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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Stadio / Piazzale Olimpia

Verona, rapine e botte ai tifosi "meridionali": solo un ultrà gialloblù torna libero. Ricorso contro il Daspo

I tre ragazzi veronesi responsabili dell'aggressione a tifosi fuori dallo stadio sono alle prese con la giustizia e gli arresti domiciliari. Per uno revocati gli arresti. E intanto finisce nel mirino il "bodyguard" di Beppe Grillo

Li avevano pedinati fuori dallo stadio, poco prima della partita Hellas Verona - Palermo. Li avevano offesi e poi erano partite le botte. Vittime erano stati tre tifosi “ospiti”, due di origine napoletana e un sardo, picchiati e rapinati dei biglietti da un gruppo di ultras gialloblù. Una violenza andata in scena a metà settembre scorso all’esterno dello stadio Bentegodi. Dopo le indagini della polizia, sezione Digos, in manette e poi in carcere erano finiti tre tifosi Hellas più un 17enne denunciato. Lesioni aggravate e rapina l’accusa del pm vagliata poi dal giudice per le indagini preliminari. Secondo le risultanze della Digos gli scaligeri avevano udito l’accento meridionale dei tre ragazzi e li avevano seguiti mentre transitavano lungo il viale che costeggia dall’esterno la tribuna Est. Insieme ad altri (anche travisati con occhiali scuri e cappelli) li avevano poi affrontati chiedendo loro la provenienza: al silenzio dei malcapitati, sorpresi e impauriti per una minaccia che non riuscivano a comprendere, gli ultras gialloblù si sono impossessati dei biglietti che uno dei tre aveva addosso. Sono poi partite le botte. Calci e pugni violenti per la cui guarigione i malcapitati ne hanno avuto per 8 e 10 giorni. Le celle di Montorio si erano aperte per un 25enne, un 21enne e un 20enne residenti tra città e provincia. Poi erano stati concessi i domicliari. Mercoledì il 21enne si è visto respingere la richiesta di libertà ma ha già avviato il procedimento al Tar per farsi revocare il Daspo che il questore di Verona aveva disposto per la durata di 8 anni. Il più giovane degli ultras ha invece ottenuto la revoca degli arresti ma avrà l’obbligo di stare lontano dagli stadi e da Verona.

STORIE DI VIOLENZA - Intanto sono saliti alla ribalta i dettagli di un’altro scontro legato al tifo violento. Quello che risale al giugno 1999 e che riguarda la partita Genoa-Hellas Verona. Nell’occasione le tifoserie erano arrivate ai ferri corti. In particolare i 200 ultras liguri avevano cominciato a scagliare contro i rivali gialloblù decine di sassi. Erano arrivate condanne tra 10 mesi e i due anni. Undici i tifosi ritenuti responsabili. Tra di loro c’era anche una persona che nelle scorse ore si è fatta notare come bodyguard del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo. L’ex comico genovese, nella sua visita ai quartieri alluvionati del capoluogo ligure, era stato duramente contestato. A fargli da “scorta” c’era proprio l’ultras genoano che si è reso protagonisti di alcuni spintoni contro i giornalisti locali e alcuni ragazzi che spalavano il fango. Lo fa notare il Corriere Veneto, che cita anche i passati guai giudiziari del “bodyguard” per spaccio e che ribadisce come il movimento grillino si sia ben presto dissociato dagli atteggiamenti maneschi dell’uomo.

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