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Cronaca Valverde / Via Salvo D'Acquisto

Verona, ragazzo ucciso a Napoli. Carabiniere era stato 10 anni su strada a Verona: "Sono inciampato"

Il militare accusato di aver sparato contro il 17enne Davide Bifolco al Rione Traiano: "Sono addolorato. Con pudore voglio dire alla famiglia che chiedo perdono, consapevole che niente e nessuna parola potrà attutire il dolore"

"Sono addolorato. Con pudore voglio dire alla famiglia di Davide che chiedo perdono per questa perdita, consapevole che niente e nessuna parola potrà attutire il dolore, che segnerà per sempre anche la mia vita". Sono queste le prime parole rilasciate alla stampa, attraverso il suo avvocato, dal carabiniere accusato di aver ucciso il 17enne napoletano Davide Bifolco. Sono comparse nelle scorse ore sulle pagine del quotidiano “La Repubblica”.

"Io so che però questa tragedia è stata la conseguenza impensabile, umanamente inaccettabile, di un incidente. Solo un terribile incidente. Non ho mai puntato la pistola, ho alle spalle dieci anni di lavoro, anche a Verona. Se avevo il colpo in canna quella notte - spiega il carabiniere- è perchè io e il mio collega inseguivamo un latitante. Non sono mai stato un Rambo, non ho neanche immaginato di puntare la pistola. Sono inciampato quella notte, mentre bloccavo l'altro giovane che si divincolava. Se si fa una perizia si vedrà che c’è il gradino”.

Sarà dunque l’autopsia, gli esami medici con Tac e risonanze magnetiche oltre che la perizia balistica a chiarire cosa sia esattamente accaduto al Rione Traiano di Napoli, la notte tra giovedì e venerdì scorsi, quando un proiettile esploso dalla pistola del carabiniere ha ucciso il ragazzo al termine di un inseguimento. Gli accertamenti dureranno tre giorni. Ad impugnare la pistola un appuntato che arrivava da un esperienza di 10 anni nel Nucleo radiomobile dei carabinieri di Verona ed è quindi addestrato ad affrontare le emergenze di strada.

Il militare ha sostenuto che il colpo è partito dalla pistola impugnata con la mano destra mentre con la sinistra cercava di bloccare Salvatore Triunfo, uno dei giovani che erano sullo scooter assieme a Davide Bifolco e al latitante Arturo Equabile, riuscito a fuggire. Poichè Triunfo si divincolava, l'appuntato ha perso l'equilibrio e ha premuto il grilletto. Intervenire con il colpo in canna e senza sicura, sottolinea Pane, è la procedura cui i carabinieri devono attenersi, in base ai protocolli, in circostanze del genere.

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