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Cronaca Porto San Pancrazio / Piazza Cimitero

Verona, il prete chiede l'offerta per le benedizioni: viene accusato di "tentata estorsione aggravata"

Nei guai il sacerdote che doveva officiare le esequie al cimitero di Verona. Parlando con la segretaria delle pompe funebri che le chiedeva una ricevuta lui reagì alzando la voce. Lei si sentì minacciata e cominciarono i guai

Un prete che alza la voce al telefono chiedendo un’offerta per le celebrazioni delle esequie e la segretaria della ditta di pompe funebri che, sentendosi minacciata, fece scatenare le indagini della Procura. Per il sacerdote è stata ventilata l’ipotesi della tentata estorsione aggravata e dovrà risponderne davanti al giudice per le udienze preliminari. Tutto nasce dalla solita richiesta del parroco del Santissimo Redentore, al cimitero, di un’offerta (libera) per la benedizione delle salme. La ditta di onoranze funebri, non riuscendo a giustificare davanti ai parenti dell’estinto aveva chiesto una mediazione con il prete. Al telefono quest’ultimo aveva parlato con la segretaria che si era spaventata perché ad un certo punto l’uomo di chiesa aveva alzato il tono della voce rispondendo che se volevano le celebrazioni all’indomani avrebbero dovuto “versare qualcosa”.

Il caso ebbe un eco anche mediatico quando emerse, a giugno 2013. Seguirono alcuni incontri nel quale il sacerdote si scusò per i modi bruschi. Evidentemente non servì a fermare il procedimento che era in corso contro di lui: a febbraio di quest’anno è stato infatti raggiunto da un avviso di garanzia per tentata estorsione, con l’aggravante che a chiedere un esborso di denaro fosse un ministro del culto. Il pm nel frattempo ha chiesto il processo e il prete si sottoporrà al rito abbreviato. Tramite i suoi legali ha confermato di aver reagito male, quel giorno di inizio estate: era di fretta e doveva partire per un viaggio fuori città.

A scatenare la mala risposta fu la richiesta della segretaria di rilasciare una ricevuta. Al che lui avrebbe detto, come spiega L’Arena, che “la prossima volta avrebbe risposto che lui e i suoi diaconi non avrebbero avuto tempo”. La chiamata però era registrata. E cominciarono i guai per il sacerdote che comunque riteneva l’offerta una specie di rimborso delle spese, dato che per ogni celebrazione (in sei mesi furono 413) lui e i suoi diaconi dovevano spostarsi a Verona città. La segretaria si è costituita parte civile. L’udienza si terrà in gennaio.

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