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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Porto San Pancrazio / Lungadige Galtarossa

Verona, matrimoni combinati e documenti falsi: decine di arresti tra stranieri

Scoperta organizzazione criminale che offriva "servizi" di permanenza in Italia ai propri connazionali dietro compensi tra 400 e 7mila euro. Per i "clienti" si trovavano anche mogli italiane in difficoltà

Una storia che si ripete. Di persone che campano sulla vita di altre persone, sfruttandone i bisogni. Un'operazione della polizia di Verona ha permesso di scoprire l'ennesima organizzazione che si occupava di fornire falsi permessi di soggiorno di lavoro in cambio di denaro a coloro che li richiedevano. La Squadra Mobile di Verona, dall'alba di mercoledì, ha compiuto sette arresti tra il Triveneto, la Lombardia e la Toscana a conclusione, appunto, dell'indagine sulla permanenza irregolare in Italia di immigrati attraverso il rilascio dei documenti illegali. Al vertice della banda un cittadino tunisino e un italiano originario di Piacenza. A capo dell'organizzazione prestanome di cooperative inesistenti che, dietro il compenso di una cifra tra i 400 e i 7mila euro, garantivano agli immigrati un permesso di soggiorno per lavoro, contando anche su aziende compiacenti che predisponevano i documenti necessari tra cui buste paga fasulle.

L'organizzazione, formata anche da indiani, pakistani, tunisini e cingalesi che offrivano i "servizi" a propri connazionali, agiva da alcuni anni tra le province di Padova, Verona, Brescia e Milano. La struttura prevedeva infatti che "il pakistano" si occupasse del mercato indiano, "il cinese" avesse a che fare solo con gli orientali, e via dicendo. Per acquistare il permesso arrivavano anche dall'estero, soprattutto dalla Francia. Centinaia i permessi ottenuti irregolarmente anche attraverso matrimoni combinati tra italiane, spesso in condizioni di difficoltà, con gli extracomunitari.

REAZIONE LEGHISTA - "Fatti come questi e altri recenti dimostrano che furbi in giro, che provano ad aggirare anche leggi severe ma giuste e deterrenti come la Bossi-Fini, ci sono sempre. E qualcuno al governo, vedi Kyenge, ma anche la Carfagna del Pdl vorrebbe addirittura cancellarla per norme più morbide?".

Spiega Fontana: "La Bossi-Fini concilia accoglienza e legalità, riesce a far fronte a casi come questi e a governare un fenomeno complesso come l'immigrazione. Cancellarla per una legge più morbida scatenerebbe il caos. Piuttosto andrebbe applicata sempre. L'equità e la ragionevolezza dell'attuale legge sono state sancite anche dalla Corte costituzionale nel 2007. E la Consulta è una fonte più autorevole di un'oculista che gioca a fare il ministro, o di una Carfagna troppo ambigua in tal senso".

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