rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Porto San Pancrazio / Lungadige Galtarossa

Verona, permessi dal lavoro usati per fare spese o restare a casa: "furbetti" Atv pedinati da investigatori

Si riaccende la polemica dopo che il direttore generale dell'azienda trasporti aveva denunciato i presunti comportamenti irregolari di alcuni dipendenti: per "incastrarli" assunse detective privati. Ma dopo 2 anni non c'è ancora chiarezza

Permessi di astensioni dal lavoro per motivi “sindacali” usati in realtà per faccende personali come andare a fare la spesa con la moglie, andare a pranzo o accompagnare i figli a scuola. È dovuta intervenire la Procura per fare chiarezza sul caso esploso negli uffici Atv di Verona. A presentare un esposto, nel 2012, era stato il direttore generale dell’azienda di trasporti, Stefano Zaninelli che aveva chiamato in causa i pm per aprire l’inchiesta che ha travalicato l’indagine interna. Non si ipotizzavano solo provvedimenti disciplinari, dunque, ai presunti responsabili. A due anni di distanza dalla segnalazione, però, quegli stessi dipendenti sono tutti al loro posto e le conseguenze giudiziarie non si sono ancora fatte sentire. L’Atv, a corredo dell’esposto, aveva anche fornito fotografie scattate da investigatori privati assunti proprio per esibire prove certe del comportamento irregolare. Un colpo di scena che doveva garantire “giustizia”. Una decina i dipendenti sindacalisti, presunti “infedeli”, che sono finiti nel mirino degli obbiettivi dei detective: alcuni erano stati immortalati mentre andavano a far la spesa, altri che non erano mai usciti di casa nonostante si fossero preso il giorno di pausa dal lavoro perché avevano dichiarato di dover andare a seguire un convegno fuori regione. Altri ancora erano stati pedinati ed erano stati notati a pranzo in trattoria.

A segnalare il caso dei controlli scaturiti da settembre 2011 al febbraio 2012, è il Corriere Veneto. “Prove” alla mano, il dg Zaninelli era ricorso all’esposto in cui tra l’altro si ricostruivano le tensioni emerse in azienda a seguito della discussione sul riordino dei contratti e la loro successiva disdetta. Secondo Atv sarebbero i motivi scatenanti una serie di presunte intimidazioni ai danni di un sindacalista (a cui fu danneggiata l’auto con acido corrosivo) e minacce allo stesso Zaninelli (gli doveva essere recapitata una busta contenente un proiettile ma venne intercettata dalla polizia postale). Spiega il quotidiano locale che

Proprio durante quelle settimane «bollenti», del resto, le sigle Cgil, Uil e Sul non usarono mezzi termini nel respingere «categoricamente le accuse lanciate dai dirigenti Atv, secondo i quali il nostro rifiuto a sottoscrivere l’accordo è dettato da una presunta riduzione dei permessi sindacali, che vengono definiti come privilegi. Abbiamo sempre usufruito solo di permessi legittimi e le cifra fornite dai dirigenti Atv sono assolutamente fuori luogo e hanno come obiettivo solo quello di gettare fango».

Dopo il botta-e-risposta rovente erano stati gli stessi sindacati a invitare il direttore generale a presentarsi in Procura per denunciare i fatti. Non si può certo dire che non siano stati ascoltati, ma dopo due anni chiarezza non è ancora stata fatta.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Verona, permessi dal lavoro usati per fare spese o restare a casa: "furbetti" Atv pedinati da investigatori

VeronaSera è in caricamento