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Cronaca Centro storico / Piazza dei Signori

Verona, nei palazzi scaligeri si ribadisce il No al centro profughi. Tosi: "Non potremmo sopportarlo"

In prefettura il problema non si pone. Il sindaco: "Verona ha una capacità di accoglienza limitata per quanto riguarda il numero, per questo ci opporremo a insediamenti più numerosi che creerebbero disagi e preoccupazione fra la popolazione"

L’ipotesi è quella di sistemare un “hub” vicino agli aeroporti, sfruttando edifici di demanio pubblico per organizzarvi centri di smistamento e di prima accoglienza per i profughi. Si era fatto il nome di Verona-Villafranca come degli altri capoluoghi veneti durante il tavolo sull’immigrazione convocato a Venezia. Ma per la città scaligera era stata pressoché immediata la risposta: “Nessun centro profughi da noi” aveva ammonito l’assessore provinciale alla Sicurezza, Gualtiero Mazzi. La sua presa di posizione, motivata dai problemi igienico-sanitari e di spazio, ora sembra sia unanime nei palazzi scaligeri. Lo stesso prefetto Perla Stancari, che  si era sempre dimostrata attenta nel cercare soluzioni per l’accoglienza dei rifugiati in provincia, avrebbe ammesso che non sono iniziate discussioni in tal senso. E se non si parla del problema pur conoscendolo significa che per Verona non è prioritario. A Mazzi si erano accodati subito il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia (“No alle tendopoli improvvisate. Non ci sono soldi, strutture e personale adeguato”) e ora anche il sindaco Flavio Tosi. Come spiega L’Arena, il sindaco ha ribadito che

«Diremo di no ad arrivi massicci di extracomunitari che richiedono lo status di profughi perché Verona, per le sue dimensioni, non potrebbe sopportarlo. Il tema dell'accoglienza dei richiedenti asilo è tornato prepotentemente di attualità e desta le preoccupazioni di tutti. Finora a Verona l'accoglienza è stata gestita in modo corretto e sostenibile, dal momento che ci si è occupati di poche decine di persone alla volta, in maniera sopportabile, quindi, rispetto alle dimensioni della nostra città. Verona ha una capacità di accoglienza limitata per quanto riguarda il numero, per questo ci opporremo a insediamenti più numerosi che creerebbero disagi e preoccupazione fra la popolazione».

Tosi ha così ribadito che per i veronesi il costo dei rifugiati è “zero” ma a livello nazionale le spese sono considerevoli e si spenderebbe meno ad aiutarle “nei Paesi da cui provengono”. Anche dagli ambienti di Forza Italia si chiede di allontanare dal Veneto (se ne prevede uno a Venezia, uno a Padova e uno a Treviso) l’ipotesi di un centro profughi. Spiega l’assessore regionale alla Sicurezza, Massimo Giorgetti che

«È un'azione che va subito bloccata perché potrebbe aggravare ulteriormente la situazione socio-economica del Veneto. Il governo Renzi bussi ad altre porte. Non possiamo permetterci sul nostro territorio strutture che sembrano più lager che centri di accoglienza, come vediamo ogni giorno in Sicilia». Per Giorgetti «non è questo il metodo di affrontare un'emergenza destinata ad assumere contorni apocalittici visto che secondo fonti internazionali ci sarebbero tre milioni di profughi pronti a sbarcare in Italia e non possiamo innescare un pericoloso effetto domino»

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