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Cronaca Negrar / Via Don Angelo Sempreboni

Verona, all'ospedale per un tumore muore dopo l'operazione. Chiesta la condanna per i due medici

Nei guai due dottori che sono stati accusati di omicidio colposo e per cui il pm ha richiesto 8 mesi al giudice. Al centro c'è il decesso di un 33enne catanese per presunta "imperizia" e che portò ad una trombosi fulminante

Un altro presunto caso di malasanità finisce in tribunale. Il pm ha infatti richiesto una condanna di otto mesi per due medici dell’ospedale “Sacro Cuore” di Negrar, accusati, in base alla requisitoria pronunciata in aula, di omicidio colposo. Secondo la ricostruzione della Procura i dottori sarebbero responsabili, comunque involontari, della morte di Massimo Barbuto, un paziente che era giunto per farsi curare un tumore al fegato. Una trafila che aveva spostato il malato di 33 anni dal suo luogo di residenza, Catania, diretto nella struttura privata veronese. A chiedere chiarezza sono stati i parenti dell’uomo, moglie e figlia che hanno testimoniato l’agonia del loro caro. Morì all’ospedale di Bologna, dopo tre giorni dall’operazione avvenuta a Negrar. L’esito del processo, richiesto dopo il decesso avvenuto nel 2009, è atteso il 6 novembre.

Intanto l’avvocato di famiglia ha chiesto una provvisionale di 164mila euro: secondo la ricostruzione del pm, l’operazione sarebbe stata effettuata mediante asportazione parziale del fegato ma senza fissare l’organo residuo alla parete addominale. Da lì si sarebbe scatenata una trombosi che portò ad infarto intestinale e fu fatale al 33enne. Ma la difesa è di tutt’altra opinione, ovviamente: l’intervento in laparoscopia sarebbe stato effettuato brillantemente e la morte dell’uomo fu del tutto imprevedibile proprio per le conseguenze, tutt’ora ignote, di un’operazione di quel tipo. I medici, come spiega L’Arena, si sarebbero anche affidati ad una consulenza, messa a disposizione del pubblico ministero.

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