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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Corso Porta Nuova

Operativa dal 25 settembre l'ordinanza di Tosi per abbattere i lupi della Lessinia

Il discusso provvedimento che ha scatenato le ire dei gruppi animalisti, e che non ha trovato l'appoggio del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, è stato firmato giovedì dal primo cittadino scaligero

Ha tirato dritto per la propria strada Flavio Tosi, nonostante la presa di posizione di Luca Zaia e le reazioni dei gruppi animalisti. L'ordinanza che autorizza a sparare contro i lupi della Lessinia è infatti diventata realtà dieci giorni dopo l'annuncio del sindaco scaligero, che nel consiglio comunale aperto di Velo Veronese del 15 settembre, aveva affermato di aver messo in moto i propri uffici in tal senso. 

Il provvedimento numero 41, è stato firmato dal primo cittadino di Verona giovedì 25 settembre, e ha come oggetto generico "azioni verso gli animali selvatici allo stato brado che determinano pericoli per la sicurezza". Non solo i lupi quindi, che vengono comunque citati all'interno del testo dove si parla di "alcune segnalazioni di aggressioni da parte dei lupi ad animali da allevamento, con conseguenti danni per gli allevatori, anche di notevole entità". Viene da chiedersi ora fin dove si spinga questa "licenza di uccidere", cosa esattamente determini un pericolo per la sicurezza, se possa includere ad esempio anche un animale che attraversa la strada. Il testo poi afferma che "nel prossimo periodo invernale è possibile che si verifichino sconfinamenti nel territorio del Comune di Verona di tali animali, in prossimità di centri abitati o abitazioni, con il conseguente possibile pericolo in particolare per animali e persone", citando anche altri animali, come i cinghali, e i possibili danni recati a mobili, immobili e fondi agricoli.

"Appare quindi necessario, per il concreto pericolo dell'incolumità pubblica e in assenza dell'applicazione di specifiche normative che pongano rimedio alle problematiche esposte, emanare un'ordinanza contingibile e urgente con cui, al verificarsi, in prossimità delle abitazioni, di situazioni di pericolo di un danno grave per sé o per gli altri, per i propri beni e altrui, si disponga la possibilità di difendere la propria e altrui incolumità ed i beni propri e altrui, anche mediante un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo, e comunque nei limiti determinati dalla previsione degli articoli 52 e 54 del codice penale". Questi ultimi due sono gli articoli che trattano lo stato di necessità e la legittima difesa. Essi prevedono l'impunità per chi commette un fatto dovuto alla necessità di difendere un proprio o altrui diritto da un'offesa ingiusta, purché tale difesa sia proporzionata e indispensabile per salvare se stessi ed altri da un danno inevitabile. 

La motivazione che giustifica l'ordinanza sarebbe quella che il sindaco sovrintende alla vigilanza su ciò che riguarda sicurezza, ordine pubblico ed emergenze sanitarie. Quindi questa autorizza, vicino alle case, "al verificarsi di situazioni di pericolo di un danno grave per sé o per altri, per i propri beni e altrui, chiunque si trovi in queste condizioni di difendere se stesso, gli altri, i propri e altrui beni, anche con un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo". Nell'eventualità, l'animale abbattuto dovrà essere consegnato alle autorità competenti, avvertendo la Polizia Provinciale o il Corpo Forestale. Chiunque intenda opporsi all'ordinanza, operativa dal 25 settembre, ha 60 giorni per presentare ricorso ad un Tribunale Ammnistrativo e 120 per presentarlo al Presidente della Repubblica. In caso contrario il provvedimento durerà complessivamente 90 giorni. 

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