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Cronaca Porto San Pancrazio / Via Campo Marzo

Verona, non solo Riva: a rischio i 207 lavoratori delle Officine Ferroviarie

Incontro del sindaco Tosi con i dipendenti in presidio all'ingresso dello stabilimento: "Confronto con il ministro Zanonato, per accelerare i tempi dell’amministrazione straordinaria". Atteso venerdì il decreto per le acciaierie

Un "autunno caldo". Questa la previsione che, purtroppo, si sta tramutando in monito, a Verona. Non c'è solo infatti il caso Riva Acciaio a tenere in guardia sul fronte dell'emergenza lavoro: il sindaco Flavio Tosi ha incontrato i lavoratori delle Officine Ferroviarie Veronesi, in presidio all'ingresso dello stabilimento dopo la decisione, da parte del Consiglio di amministrazione, di percorrere la strada della gestione straordinaria. I posti a rischio sono 207.

“Già in queste ore - ha spiegato Tosi allo stabilimento di via Campo Marzo - mi confronterò con il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, per capire come si può procedere per accelerare i tempi di avvio all’amministrazione straordinaria dell’azienda, unica strada per mantenere le commesse di Trenitalia e Ansaldo, garantendo così il lavoro ai dipendenti”.

“Le Officine Ferroviarie Veronesi rappresentano un settore fondamentale per l’economia di Verona – ha aggiunto Tosi - per questo l’interesse primario per tutti oggi deve essere quello di tutelare la produzione, i lavoratori e i posti di lavoro. L’auspicio – ha concluso il Sindaco – è che tutti facciano la propria parte, a cominciare dalla politica. E’ paradossale sentire che a Roma discutono di dimissioni di massa e non dei problemi reali del Paese, con il rischio che situazioni come queste, che interessano centinaia di famiglie, restino in sospeso”.  

RIVA ACCIAIO - Intanto, sul fronte Riva Acciaio, la società ha inviato al custode giudiziario Mario Tagarelli e al Governo la richiesta di "farsi parti attive al fine di trovare con le banche le formule tecniche più idonee a consentire l'uso delle liquidità sottoposte a sequestro, per il normale svolgimento delle attività dell'Azienda". Per venerdì sarebbe fissata la riunione del Consiglio dei ministri che dovrebbe approvare la bozza di Decreto annunciata da Zanonato a inizio settimana.

L'azienda, con una nota, si dice "immediatamente disponibile". In particolare Riva Acciaio è pronta a ''esperire, con il Custode, ogni tentativo di interlocuzione con le banche per verificare se le condizioni poste dal Gip trovino riscontro nella realtà economica in cui le banche e aziende industriali operano''. L'azienda inoltre ''chiede al Governo di volersi rendere promotore di un incontro urgente con il Custode e con le banche di riferimento di Riva Acciaio, per verificare se esistano strumenti di tecnica bancaria che consentano di adempiere alle condizioni poste dal Gip per riavere accesso alla liquidità già sequestrata e ai futuri incassi dai clienti''. Oggi Riva Acciaio ha ricevuto dal Custode Giudiziario la conferma che sarà lo stesso Custode a ''gestire e amministrare i beni in sequestro, ivi incluse le liquidità attuali e quelle differite e i prodotti finiti''. Quest'ultimo ''ne concederà l'uso alla società al fine di riavviare e dare prosecuzione all'attività aziendale''. In risposta Riva conferma la propria ''impossibilità di fornire garanzie bancarie'' e chiede l'avvio di un tavolo sulla questione.

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