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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Verona, la nuova social card e i milioni mai elargiti in città: "Beffa sui requisiti per ottenere gli aiuti"

Di quel contributo di un milione e 114mila euro stanziato dal Governo per ora non c'è traccia a Verona. Istituita il 9 febbraio 2012 e pubblicizzata da inizio giugno, prevedeva una distribuzione di 50 milioni in 12 capoluoghi

La sperimentazione era stata introdotta con decreto interministeriale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, oltre a Verona, coinvolge i Comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia. Orbene, di quel contributo di un milione e 114mila euro stanziato dal Governo per ora non c'è traccia nella città scaligera. Istituita il 9 febbraio 2012, resa attuativa il 10 gennaio 2013, e pubblicizzata a Verona da inizio giugno, prevedeva una distribuzione dei 50 milioni disponibili: a Bari 3 milioni, Firenze 1,5, Genova 2,6 milioni, Milano 5,5, Torino 3,8, Verona e Venezia 1,1 circa, Roma 11,6 circa, Palermo 6,1, Catania 2,7, Napoli 8,9, Bologna 1,6.

COS'ERA - "La nuova social card – aveva ricordato l'assessore ai Servizi sociali, Anna Leso – è pensata per le famiglie numerose con una situazione economica estremamente difficile: si tratta di un beneficio riservato ai nuclei familiari in cui sia presente almeno un minorenne, con Isee in corso di validità (basato sul reddito 2012) non superiore a 3mila euro, assenza di lavoro per tutti i componenti del nucleo in età attiva, con cessazione del rapporto di lavoro avvenuta nei 36 mesi precedenti”. La carta è dedicata ad acquisti con un importo fino a 404 euro al mese e rivolta ai nuclei familiari caduti in povertà. Le prime erogazioni erano attese a novembre 2013 ma alla data del 31 gennaio 2014, secondo il monitoraggio, non e' stata ancora erogata in nessuno dei 12 Comuni coinvolti.

CONTRADDIZIONI - A rendere noto il disguido sono state le due associazioni umanitarie Caritas e "Save the Children" secondo cui le problematiche sono diverse: come l'individuazione dei beneficiari secondo criteri d'accesso numerosi, stringenti e contraddittori, che hanno di fatto escluso un grande numero di potenziali beneficiari. Per beneficiare del contributo, le famiglie devono infatti dimostrare da un lato di essere in una condizione di "nuova povertà" (ovvero aver perso il lavoro nei 36 mesi precedenti o, in alternativa, aver avuto un contratto di lavoro con un reddito inferiore a 4mila euro nei sei mesi precedenti la richiesta) e dall'altro di trovarsi in una situazione di bisogno estremo, data l'Isee da 3mila euro l'anno, un patrimonio mobiliare inferiore a 8mila euro, un'abitazione con valore Ici inferiore a 30mila euro e il mancato possesso di veicoli di recente acquisto. In questo modo, le due associazioni hanno rilevato che di fatto restano esclusi sia i "nuovi poveri" visti i criteri sull'abitazione, i beni mobili e i veicoli, sia coloro che si trovano in povertà assoluta, dato il "requisito" della recente perdita del lavoro.

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