rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Via Alberto Mario

Verona, il marito la sfratta e lei si incatena davanti casa: "Non ho nulla"

Per la legge la signora Carmen De Menech non esiste in quanto "moglie". Il rito celebrato in chiesa senza la trascrizione nel registro civile non ha valenza per avanzare diritti su figli e proprietà del marito

Per la legge lei non esiste in quanto "moglie". La loro unione era stata sancita solo in chiesa, dato che lui, avvocato veronese di rigida osservanza cattolica, non riconosceva lo Stato in materia di matrimonio. Una decisione presa, nel febbraio del 1977 dall'uomo che poi avrebbe sposato Carmen De Menech. La donna ora è stata praticamente messa alla porta dopo 36 anni e non ha nessun diritto sui tre figli o sulla casa. Per far conoscere la sua storia, Carmen si è incatenata davanti a quella che ora è la sua ex abitazione, in via Alberto Mario. L'unica speranza è che il giudice ora accolga la sua protesta. Ma sarà difficile: non essendo registrato sulla carta, il matrimonio non esiste. All'epoca della celebrazione il vescovo di allora aveva deciso di sposarli con il rito religioso, assecondando, con dispensa dell'atto di trascrizione sui registri civili, le richieste dell'uomo. Una scelta "integralista", per combattere a suo modo la legge sull'aborto e sul divorzio. Ora Carmen, originaria di Pedavena, nel Bellunese, ha deciso di rivolgersi al vescovo attuale ma la sua situazione non sarebbe migliorata.

L'avvocato che la assiste, Sandro Sartori, tenterà il tutto per tutto, anche via Corte costituzionale per tutelare la sua cliente. Saranno davanti al giudice giovedì prossimo. Come riportano i quotidiani locali, il matrimonio sarebbe praticamente finito nel 2003. A ottobre l'uomo aveva deciso di lasciare l'appartamento, sito in un palazzo con altri sette alloggi di sua proprietà. In quella residenza di via Alberto Mario, Carmen viveva con il figlio, prossimo all'avvocatura. Di figli i due ex coniugi ne hanno altri due, di cui una laureata in medicina e suora in un convento di clausura in Francia. La donna chiederebbe dunque solo un "atto di giustizia" e una delle case che, secondo la difesa, le spetterebbe dopo gli anni di sacrifici e l'educazione dei figli. Non ha reddito, né pensione. Secondo la sua testimonianza l'uomo le avrebbe fatto lasciare il suo lavoro di insegnante di educazione fisica per seguire esclusivamente i figli nati da quel matrimonio. Si era fidato di lui anche quando le aveva confessato di credere più alla promessa davanti "a Dio che una davanti al sindaco". Ma davanti al giudice, è facile immaginare, che non bastino le preghiere.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Verona, il marito la sfratta e lei si incatena davanti casa: "Non ho nulla"

VeronaSera è in caricamento