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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Terrazzo / Via Roma

Verona, maltempo: lite dopo la piena e gli allagamenti a Terrazzo. La Regione contro il Consorzio

Errore non far scaricare il fiume secondario nel Fratta-Gorzone secondo il presidente dell'ente di bonifica. La Direzione difesa del suolo: "Aveva superato di 15 centimetri il livello massimo. Non poteva essere caricato con altra acqua"

Già lo aveva stigmatizzato, qualche giorno fa, l’assessore regionale alla Difesa del suolo, Maurizio Conte, dicendo che “con immancabile puntualità, quando c’è un’emergenza, si trova sempre chi è pronto a muovere una sola cosa, la bocca, per parlare a sproposito”. La cosa sembra ripetersi ancora in queste ultime ore con le dichiarazioni dal presidente del Consorzio Alta Pianura Veneta, Antonio Nani, il quale se la prende con la Regione che non avrebbe autorizzato a scaricare il Terrazzo nel Fratta Gorzone, causando con questo parziali allagamenti.

“Il signor Nani non dice però – replica la Regione con i vertici tecnici della Direzione difesa del suolo – che il Gorzone aveva superato di 15 centimetri il livello massimo e non poteva essere caricato con altra acqua per non rischiare rotture arginali, con le gravi conseguenze che ben si possono immaginare. In compenso così, pur con i disagi registrati dai vari territori, non è scoppiato nessun argine principale com’era accaduto invece nel 2010, anche se si è registrata una piovosità maggiore di tre anni fa. O forse qualcuno è dell’avviso che il Gorzone andasse comunque caricato con altra acqua? E’ troppo facile fare polemica guardando solo al particolare, ma in questi casi bisogna considerare la situazione complessiva e decidere di conseguenza”.

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Dall’alluvione del 2010 la Regione ha realizzato 925 interventi in 233 Comuni del Veneto, investendo quasi 400 milioni di euro. Questo ha consentito al sistema arginale dei grandi corsi d’acqua di tenere. “Ma rispetto a quanto avvenuto nel 2010 – aveva sottolineato martedì scorso l’assessore Conte - il maltempo nel Veneto ha messo in luce una criticità diversa, con l’allagamento del sistema secondario dei corpi idrici. Non è stato possibile però smaltire l’acqua in eccesso verso i grandi fiumi perché già pieni ed è stato necessario centellinare la quantità d’acqua da far defluire, proprio per evitare rotture arginali”.

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