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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Borgo Trento / Lungadige Attiraglio

Verona, con maltempo incessante Adige a rischio piena: milioni di euro per ripulire l'alveo e rifare gli argini

Allo stato attuale le maggiori problematiche di difesa idrogeologica riguardano appunto la tenuta idraulica delle sponde dalla città verso valle, in quanto realizzate con terre ad elevato contenuto sabbioso. Lavori da Verona a Dolcè, Rivoli e la Bassa

Le acque del fiume Adige scorrono solitamente tranquille in tutte le stagioni. Periodicamente tuttavia il fiume manifesta la sua forza con piene che, come ha dimostrato nel mese di novembre appena trascorso, possono raggiungere a Verona portate dell’ordine di 1500 metri cubi al secondo. Lo sottolinea anche l’assessore regionale alla Difesa del suolo, Maurizio Conte, facendo il punto sullo stato dell’arte degli interventi con cui far fronte ai problemi di sicurezza idraulica relativi all’Adige.

Già la storica e disastrosa piena del 1882 e, successivamente, quella del 1966 hanno messo in evidenza la fragilità della città, i cui quartieri settentrionali hanno subito diffusi allagamenti. Questa problematica ha trovato soluzione in maniera quasi definitiva con un generale sovralzo delle arginature e, soprattutto, con la galleria Mori-Torbole che in caso di necessità devia nel lago di Garda una portata di 500 metri cubi al secondo. Allo stato attuale quindi, le maggiori problematiche di difesa idrogeologica riguardano in via sostanziale la tenuta idraulica delle arginature a partire da Verona verso valle, in quanto realizzate con terre ad elevato contenuto sabbioso. La progressiva sopraelevazione delle arginature nei secoli è stata infatti realizzata con materiale proveniente dall’alveo del fiume stesso: questi problemi di filtrazione arginale lungo tutto il percorso del fiume spiegano i terrapieni che fiancheggiano le arginature (che si addentrano nelle campagne circostanti anche oltre i 100 metri, come nella zona di Terrazzo e Ronco all’Adige) ed i continui interventi moderni di diaframmatura interna: operazione che consiste nel realizzare un setto in cemento o argilla all’interno dell’argine in grado di bloccare ogni e qualsiasi fenomeno di infiltrazione. Sono di questa tipologia le estese diaframmature arginali eseguite negli anni Sessanta in corrispondenza dell’abitato di Legnago.

Ancora oggi, gli interventi più diffusi per la messa in sicurezza dell’Adige consistono in diaframmature in cemento armato dove si presentano anche problematiche strutturali dell’argine o in diaframmature in argilla dove lo scopo è unicamente l’intercettazione delle filtrazioni. “Negli ultimi anni – fa presente Conte - sono stati investiti oltre 5 milioni di euro per questa tipologia di intervento, prevalentemente nei comuni di Terrazzo e Bonavigo nel Veronese e Cavarzere (provincia veneziana ma a ridosso di Rovigo), Lusia e San Martino di Venezze nella tratta rodigina”. Un’ulteriore caratteristica del fiume, oltre alla gestione della vegetazione invasiva, è il suo elevato trasporto solido che, depositandosi nelle zone a corrente meno impetuosa, dà luogo a depositi incontrollati di sabbie che provocano il duplice effetto di ridurre la sezione di passaggio delle piene e di provocare deviazioni dei flussi idrici in grado di demolire rapidamente le “golene” limitrofe o, peggio, le arginature del fiume.

“In interventi di asportazione dei sedimenti e di protezione delle scarpate fluviali con scogliere di grandi dimensioni – fa rilevare Conte - la Regione ha investito quasi 7 milioni di euro nell’ultimo quinquennio nel solo tratto veronese”. Per l’anno in corso, la Regione ha attivato e sostanzialmente concluso un intervento di manutenzione spondale di un milione finanziato dalla Comunità Europea ed ha attivato ulteriori interventi già cantierabili. Sono in fase di finanziamento da parte dello Stato anche i lavori di manutenzione straordinaria dell’alveo dell’Adige nei comuni di Verona, Dolcè e Rivoli Veronese (per 900mila euro), la realizzazione di una diaframmatura sull’argine sinistro del fiume Adige in località Begosso di Terrazzo (importo un milione e 200mila euro) e quella in località Nichesola di Terrazzo (800mila). Con finanziamento misto Comunità Europea-Regione Veneto invece sono stati preventivati interventi di messa in sicurezza dell’Adige a Giarol di Verona per oltre un milione e 100mila euro.

“L’importo complessivo di quest’ultima progettazione predisposta per opere strutturali, esclusa cioè la manutenzione ordinaria e straordinaria, è pari quindi a più di 4 milioni di euro – conclude – ed è indice dell’impegno dell’amministrazione regionale per dare soluzione nel tempo ai noti problemi di sicurezza idraulica di questo fondamentale fiume veneto”.

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