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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Centro storico / Corso Sant'Anastasia

Verona, una baionetta da guerra per accoltellare a morte Lucia Bellucci

Rintracciata la coltelleria in corso Sant'Anastasia dove l'avvocato veronese Vittorio Ciccolini avrebbe acquistato l'arma del delitto dell'ex fidanzata 31enne. La Procura: "Questa è premeditazione"

L'avrebbe acquistato il 7 agosto alla coltelleria Fazzini di corso Sant'Anastasia. Una baionetta da guerra, più che un coltello, da cento euro per porre fine alla vita della sue amata. Almeno questo è ciò che ipotizza la Procura di Trento, che sta preparando tutte le prove da esibire in tribunale per accusare e far condannare per omicidio premeditato Vittorio Ciccolini, 45 anni, avvocato veronese reo confesso dell'uccisione di Lucia Bellucci, 31enne marchigiana. Si tratta di una lama tipo US M3, lunga 20 centimetri, pagata con la carta di credito. Sarebbe la prova, appunto, decisiva, di premeditazione del delitto. Un omicidio efferato, compiuto pochi giorni prima di Ferragosto, dopo la cena romantica che il 45enne aveva organizzato a Pinzolo, in Trentino, per riappacificarsi con l'ormai ex fidanzata. Quattro fendenti al petto, che hanno colpito cuore e polmoni, dopo aver tentato di strangolarla a morte. Voleva che tornasse con lui. Nella sua auto i carabinieri ne hanno ritrovato solo il fodero, ma il bancomat ne prova l'acquisto. Potrebbe trattarsi dell'arma del delitto, anche se non ci sono al momento riscontri.

UCCIDE LA EX, CICCOLINI SI DIFENDE: "NON L'AVEVO PREMEDITATO"

IL MISTERO DELLE LETTERE - Da quando si erano lasciati, il professionista legale veronese era precipitato in un baratro. Depressione, malessere, irrequietezza. Nessuno dei suoi colleghi o dei suoi amici, tuttavia, non aveva inteso appieno lo stato d'animo di cui era prigioniero. L'hanno saputo a "conti fatti". A loro Ciccolini ha lasciato biglietti con il quale chiedeva perdono per quel suo gesto. Prima aveva anche scritto delle lettere, spedite poi al padre della vittima, Giuseppe Bellucci, in cui spiegava il motivo del suo gesto. Di quanto si sentisse tradito dall'ex fidanzata, Ciccolini aveva scritto in una lettera anche a un'altra sua ex. L'hanno ritrovata gli investigatori e si tratta della quarta in cui l'omicidio di Lucia veniva in qualche modo annunciato, o almeno veniva espresso tutto il risentimento per quello che l'avvocato giudicava un "tradimento". La lettera in questione, strappata in pezzi, è stata ritrovata dai carabinieri in un borsone dell'avvocato, nell'auto perquisita. Mostrerebbe tutto il risentimento dell'uomo per essere stato lasciato. Le altre sono quelle scritte al padre e all'ex marito di lei, più una terza, mai spedita, indirizzata al nuovo fidanzato della donna. Per la sua difesa intanto viene ipotizzato che i colleghi e amici Guariente Guarienti e Fabio Porta possano lasciare il passo a un nuovo legale, per i loro legami emotivi nei confronti dell'assistito, che attende in questi giorni una visita in carcere a Trento da parte dei familiari.

Il processo, come spiega l'Arena, sarà quindi imbastito con la miriade di indizi disseminati dall'uomo. Il coltello, le missive, i file del suo computer che ora sono al vaglio degli inquirenti. Secondo il procuratore capo di Trento, Giuseppe Amato, l'intenzione di aver programmato l'uccisione sarebbe chiara, lampante. Il rintracciamento del negozio in cui ha acquistato la presunta arma, nei giorni a ridosso del delitto, costituirebbe elemento di premeditazione. Ora mancano i riscontri dalla perizia medica sul corpo che dovrebbero arrivare a giorni. Da lì si potra dunque capire se le ferite letali riportate sul cadavere siano compatibili o meno con la baionetta acquistata a Verona.

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