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Verona, lotta per l'eredità della contessa: figlio illegittimo chiede la sua parte ma muore. Prova del Dna

Sarà il prelievo ordinato dal Tribunale di Vicenza a far luce una volta per tutte sulle origini di un 60enne deceduto all'improvviso a Verona 10 giorni fa. È venuto a sapere da poco di avere una sorellastra che si è intascata un ricco appannaggio

Si sono riuniti alle celle mortuarie dell’ospedale di Verona: avvocati, professori di Medicina legale  e distinti signori. Erano lì per la prova del Dna e dovevano prelevare indizi utili su un pensionato di 60 anni morto dieci giorni prima. Giovedì infatti sarà cremato. Non ha fatto in tempo, insomma, ad assistere alla fine della causa civile che aveva promosso nei confronti della (presunta) sorellastra di origine vicentina. I due contendenti sarebbero figli della stessa madre, una contessa residente nel territorio berico. Tutto è cominciati infatti quando è stata ora di dividere l’eredità. Lui sosteneva di essere venuto alla luce in gran segreto per nascondere le conseguenze di una relazione clandestina. Così era cresciuto con il padre e non ha mai saputo chi fosse sua mamma. Almeno fino a poco tempo fa, quando, venuto a conoscenza delle sue origini, aveva avanzato una richiesta di riconoscimento al Tribunale civile di Vicenza. La sua improvvisa e prematura scomparsa non ha fermato il procedimento: il giudice, su indicazione dei figli dell’uomo, ha ordinato che venisse prelevato il Dna prima della cremazione. Non ne vuole proprio sapere di riconoscere parte dell’eredità, invece, la presunta sorellastra, una ricca pensionata vicentina.

La madre, allora contessina, secondo quanto riporta Il Giornale di Vicenza nel 1954 diede alla luce il figlioletto avuto dopo una relazione con un dipendente della famiglia. I nonni conti decisero di allontanare il bimbo e affidarlo alle cure del papà che andò a vivere a Verona. Il 60enne aveva dichiarato di aver ricostruito la vicenda solo qualche anno fa e di essere venuto a conoscenza di avere una sorellastra. Anche quest’ultima dovrà venire sottoposta agli esami di comparazione del Dna. Non fosse certo il risultato finiranno anche i parenti davanti ad un medico per un prelievo.

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