rotate-mobile
Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Verona, Agec e vicesindaco sconvolgono il Comune. L'opposizione: "Dimissioni"

Tosi conferma la piena fiducia al suo uomo. Gli scandali giudiziari degli ultimi giorni approdano ancora in Consiglio. Il Pd chiede conto al primo cittadino. M5S e Michele Croce passano all'attacco

Prima il terremoto all'Agec dopo le indagini della Finanza, ora la bufera che investe il vicesindaco e assessore all'Urbanistica del Comune di Verona, Vito Giacino. Il Consiglio comunale previsto per giovedì, presumibilmente, getterà più benzina sul fuoco. Ovviamente dai banchi dell'opposizione. Pd e Movimento 5 Stelle chiedono dimissioni e sospensioni dall'incarico per il vice di Tosi. "Ci aspettiamo che il sindaco - spiegano i consiglieri democratici Ugoli e Salemi - si assuma fino in fondo le sue responsabilità di sindaco e venga a riferire sullo stato del cibo servito nelle mense scolastiche e sulla capacità operativa sia dell'Agec che dell’assessorato all’Urbanistica del Comune di Verona. Ci aspettiamo che il sindaco 'del fare' dichiari presto e subito come intenda arginare una situazione imbarazzante di presunti illeciti che sta contagiando il “suo” sistema e sta insinuando il sospetto di scarsa affidabilità dei servizi erogati dall’amministrazione, paralizzati da inchieste a vari livelli. Basta reticenze, basta mezze verità fugacemente rilasciate su comunicati stampa perché il latitante silenzio del sindaco può alimentare disorientamento e preoccupazione nei cittadini e strumentali allarmismi in chi ideologicamente vuole cavalcare l’onda emotiva del momento". Il capogruppo dei grillini a Palazzo Barbieri, Gianni Benciolini, invece chiede un intervento di "pulizia generale", come spiega il Corriere Veneto:

"Ora attendiamo che la magistratura faccia il suo corso, ma in qualsiasi stato vagamente civile, una persona indagata per reati tanto gravi si sarebbe già dimessa".

Inevitabile che il Movimento 5 Stelle, poi, chieda conto in tema Agec. Sarebbe già stata organizzata la presenza di genitori e insegnanti nel loggiato dell'aula consiliare. Il sindaco Tosi avrebbe comunque confermato la piena fiducia al proprio vice e assessore. "In questa prima fase - ha spiegato Tosi - i termini sono questi: c'è una lettera anonima, tra l'altro nota da mesi, non ci risulta che ci sia alcun ulteriore elemento se non il fatto di acquisire documentazione e informazioni".

"Spiace molto - ha aggiunto Tosi - che rispetto ad una vicenda che è assolutamente da chiarire, qualcuno, anche qualche mezzo d'informazione, di fatto abbia già dipinto la figura del colpevole addosso a chi è accusato di cose che sono tutte da verificare. Basta andare a verificare quali sono gli elementi concreti a disposizione delle indagini" ha evidenziato Tosi che, riguardo alla terza indagine che coinvolge la sua amministrazione in meno di due settimane dopo "Parentopoli nelle municipalizzate" e il caso Agec, avanza sospetti "sul fatto della tempistica così ravvicinata e singolare".

Ancora una volta, come nel caso Agec, a parlare è stato anche colui che è ritenuto il "grande accusatore", Michele Croce, ex presidente dell'azienda comunale che si occupa di alloggi pubblici, refezione scolastica e cimiteri. Sul suo blog Croce non utilizza mezzi termini e torna a chiedere a gran voce le dimissioni degli amministratori coinvolti nei vari scandali giudiziari. "Avevamo anticipato - spiega Croca - il tema in tempi non sospetti, unici in tutta Verona, nella convinzione che le accuse del 'Corvo' (dalla cui lettera anonima è partita l'inchiesta della Procura) non fossero così peregrine. Come sempre ci conformiamo ai principi di garanzia costituzionale ed aspettiamo lo sviluppo dell’inchiesta, ma non possiamo fare a meno di constatare come questa vicenda costituisca solo l’ultimo anello di una catena impressionante di inchieste giudiziarie che gettano pesanti ombre su tutta l’amministrazione comunale. Invece di prendere atto che il sistema si è definitivamente avvitato su sè stesso, si prosegue in imbarazzanti silenzi e nella strenua difesa delle proprie posizioni senza un solo gesto di distacco da quanto stia avvenendo".

Conclude Croce: "Ma i cittadini sono stufi, ne hanno fin sopra i capelli e chiedono a gran forza fatti concreti, decisioni importanti ed una forte presa di distanza da quanto sta avvenendo. Chi non ha la forza o il coraggio per farlo dovrebbe dimettersi e lasciare spazio ad altri per un vero ed autentico rinnovamento".

INDAGATO - Giacino ha ribadito che l'indagine nasce da una lettera anonima, nella quale un "Corvo" ha lanciato accuse su presunte consulenze professionali tra la moglie, avvocato, e pratiche per concessioni di lavori pubblici. "Io non mi occupo di appalti pubblici, è un settore che mi è estraneo", ha spiegato Giacino che riguardo alle consulenze ha aggiunto: "Tutti sanno che le pratiche urbanistiche passano dagli uffici comunali, per i pareri e le concessioni, non dall'assessore, questo succedeva ai tempi della Prima Repubblica".

"La lettera anonima - ha aggiunto - è una cosa brutta ed è sbagliato, a mio avviso, che ci sia stata questa gestione della notizia". Infine sui lavori di ristrutturazione che sono stati eseguiti nell'appartamento di Verona dove vive con la moglie Alessandra Lodi (avvocato a sua volta coinvolta nell'indagine), Giacino ha dichiarato: "I lavori a casa mia sono stati tutti fatturati, pagati con regolari bonifici e comunicati agli uffici comunali".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Verona, Agec e vicesindaco sconvolgono il Comune. L'opposizione: "Dimissioni"

VeronaSera è in caricamento