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Cronaca Via Cadidavid

verona, l'Ikea si farà: si ma dove? L'ex area Biasi è "incompatibile": ipotesi sulla Marangona

La discussione sul Piano degli interventi fa riemergere il nodo del colosso svedese dell'arredamento. Strutture troppo grandi per la zona inizialmente indicata. Il Pd esulta stringendo il Pat

L’Ikea a Verona. Una storia travagliata. Ma anche un punto fermo: si farà, ma dove? Per ora è stata scartata l’ipotesi di far sorgere i giganteschi capannoni gialloblù sull’area ex Biasi, in zona Cadidavid, vicino alla tangenziale. Questo perché la zona è stata dichiarata “incompatibile” per le dimensioni di insediamento e le necessità della multinazionale. E adesso si fa quindi sempre più largo l’ipotesi di far approdare il colosso dell'arredamento svedese alla Marangona. Negli uffici comunali dell’Urbanistica si prenderanno comunque in esame le varie proposte che arriveranno. Secondo il Pd la bocciatura è una "buona cosa" poichè il Piano di assetto territoriale, il Pat, non prevede alcun insediamento commerciale per la zona. 

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Intanto, con la presentazione pubblica del Piano di interventi, soprattutto mirata a riqualificare Verona Sud, il Comune intende promuovere il confronto con gli Enti pubblici territoriali, i Comuni limitrofi, le società gestori di servizi pubblici, le associazioni economiche, sindacali e di categoria, gli ordini professionali e le associazioni sociali portatrici di interessi diffusi, invitandoli a concorrere alla definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche per la Variante di rimodulazione del Piano degli Interventi. I contributi partecipativi, in attuazione al “Documento del Sindaco” presentato al Consiglio comunale nella seduta del 23 gennaio scorso, dovranno essere prodotti entro 60 giorni. “In particolare – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica, Francesco Marchi- gli incontri serviranno ad illustrare gli adeguamenti conseguenti all’aggiornamento del quadro normativo in tema di commercio, turismo e semplificazione delle procedure dello sportello unico attività produttive; le rimodulazioni normative sui temi del recupero edilizio; la verifica delle opere pubbliche programmate dalle circoscrizioni; il perfezionamento degli accordi pubblico privati relativi alla realizzazione di programmi complessi di riqualificazione urbana”. Ma l’opposizione in Comune non sta di certo con le mani in mano. Tanto che il Pd già diversi giorni prima aveva stilato una lista delle tante aree degradate cittadine.

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