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Cronaca Via Torricelle

Verona, il Governo dismette caserme e siti militari: "Occasione unica per ridisegnare e ricreare la città"

"Intere strutture e milioni di metri quadrati di spazi, dentro la città, cambieranno destinazione. Interi quartieri saranno ridisegnati. Quegli spazi sono un'opportunità storica per cambiare Verona"

Diverse caserme attuali o ex caserme saranno cedute a privati. Ripensare questi spazi è parte del futuro di Verona. Aprire immediatamente un tavolo con il Governo, stimolare il dibattito in città e programmare un bando internazionale di idee e progetti. Storicamente, per collocazione geografica valorizzata nel complesso dispositivo della difesa nazionale, Verona conta numerose caserme militari. In futuro, però, non sarà così. Infatti, la riduzione delle dotazioni organiche delle Forze armate, ed in particolare dell’esercito, avrà come conseguenza diretta la dismissione di numerosi siti militari non più funzionali alle esigenze della Difesa”. A cercare di creare “un’occasione” per la città è il Pd di Verona.

Da inizio settimana, infatti, il Ministero della Difesa ha riconsegnato per termine esigenza" al Demanio alcune infrastrutture: palazzo "Pianell", caserma "Li Gobbi", caserma "San Bernardino", caserma "Busignani" e il sito di "Castel San Felice” sulle Torricelle. Altri, attualmente in uso, rientreranno “certamente” nel programma delle dismissioni. In tutta Italia sarebbero almeno 385 le caserme che verranno cedute. Nel corso dell'audizione in Senato, il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha testualmente detto che "..dovremo proseguire, con massima efficienza e velocità, nell'attività di dismissione degli immobili, da immettere sul mercato..", "e' volontà del Governo favorire in ogni modo il processo di valorizzazione dei beni non necessari..”. Spiega il deputato Vincenzo D’Arienzo, che ha portato alla luce la novità, che “intere strutture e milioni di metri quadrati di spazi, dentro la città, cambieranno destinazione. Interi quartieri saranno ridisegnati. Quegli spazi sono un'opportunità storica per cambiare Verona. Un parallelo: quei vuoti ricordano altre capitali europee dopo la seconda guerra mondiale. Gli spazi furono occasione per disegnare aree che oggi fanno parlare di se' proprio per l'uso che di esse è stato fatto”.

Continua l’ex segretario provinciale, ora in Parlamento: “Innanzitutto, è urgente aprire un tavolo con il Governo per evitare che il Comune non sia pienamente coinvolto nel processo delle dismissioni. Quanto accaduto a Peschiera del Garda, con la cessione di imponenti ex siti militari che non saranno del tutto a disposizione della collettività e dei turisti, non deve più avvenire. Occorre, quindi, giocare d'anticipo.  In secondo luogo, il Comune avvii mirati percorsi di stimolo per la valorizzazione dei luoghi interessati. Siano favoriti i contributi di idee e sia stimolata la fantasia dei veronesi su come vorrebbero "riempire" quegli immobili e quei vuoti. Si alimenterebbe, così, una vivacità culturale che può offrire grandi opportunità”.

E poi c’è l’invito a cogliere “l’occasione internazionale”. Attraverso la risonanza dell'Unione europea, il Pd ipotizza che sia opportuno lanciare l'idea di un bando internazionale di interesse affinché gli ingegni “più illuminati” dell'architettura e dell'urbanistica mondiale possano contribuire alla trasformazione della città.

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