Furto al Museo di Castelvecchio, le indagini continuano: molti i dubbi da chiarire

Per ora tra le certezze in mano agli inquirenti che indagano sul furto compiuto al Museo di Castelvecchio la sera del 20 novembre ci sono il nome delle opere rubate e il numero. Altri dettagli sull'esatta dinamica della razzia non sono ancora noti. Essenziale è la testimonianza della cassiera e della guardia giurata, immobilizzati dai ladri durante la rapina.

Come riporta L'Arena, infatti, il racconto dei due protagonisti, loro malgrado, della vicenda dovrà corrispondere. Già in un primo momento, alle 2 di notte quando sono arrivati i soccorsi, i due avrebbero raccontato di essere stati immobilizzati insieme, mentre uno dei banditi faceva loro la guardia. Tuttavia, come dimostrano le telecamere di sicurezza, la guardia giurata sarebbe stata invece condotta nelle sale dai malviventi; in un'intervista al Tg1, l'uomo ha dichiarato che secondo lui sarebbe stato usato come scudo nel caso ci fossero altri sorveglianti nelle sale del museo.

Un altro dubbio posto da L'Arena riguarda il livello di esperienza dei malviventi che hanno messo a segno il colpo. Infatti, fin da subito si è parlato di ladri professionisti, ma l'essere fuggiti a bordo dell'auto della guardia giurata, di cui si conosce sia il modello che la targa, non sarebbe stata la mossa più astuta. Inoltre, come sono arrivati i rapinatori al museo? A piedi? Oppure c'era qualcuno fuori a fare da palo?

Inoltre, L'Arena si chiede se siano dei professionisti dei ladri che nel compiere il furto danneggiano un'importante opera come La conversione di San Paolo; il quotidiano locale non esclude che a mettere a segno il colpo sia stata una "manovalanza" che nei giorni precedenti ha fatto un semplice sopralluogo al museo.

Le indagini continuano e pian piano sarà ricomposto il puzzle che dovrebbe far luce su quanto accaduto quella nefasta sera del 20 novembre.