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Cronaca Centro storico / Piazza dei Signori

Verona, finito il restauro al Palazzo Scaligero: ripristinati i merli sulla piazza e i dipinti storici

I lavori, iniziati il 3 ottobre 2011, soprattutto nel corpo dove ha sede la Prefettura, sono costati 3 milioni. Pochi giorni fa dalla Loggia sono caduti calcinacci che hanno colpito un bimbo. L'assessore Marcolini: "Senza i vincoli avremmo restaurato tutto"

Alcuni giorni fa era avvenuto il crollo di alcune pietre dal marcapiano della finestra sopra Loggia Fra' Giocondo. I calcinacci avevano colpito un bambino seduto con la madre sui gradini dell'edificio storico. Erano nate polemiche ed è possibile che nasca una causa per risarcimento danni (il bimbo, 6 anni, era finito al Pronto soccorso per ferite alle ginocchia). Si era parlato di "fatalità" a cui però la famiglia non crede. Il destino però vuole che dopo una settimana sia stato presentato il restauro finale del Palazzo Scaligero, sede della Provincia di Verona. Interventi di manutenzione, messa a norma e ristrutturazione per l'adeguamento normativo dell'immobile. "I lavori sono durati ben tre anni - ha spiegato l'assessore al Patrimonio, Stefano Marcolini -. Hanno conferito nuovo splendore allo stabile, ma soprattutto lo hanno reso più sicuro. A causa dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità non abbiamo potuto destinare le somme necessarie al restauro dell'intero immobile, ma solo quelle per le opere prioritarie dal punto di vista dell'urgenza. Il mio auspicio è che, in un futuro prossimo, i lavori possano essere estesi a tutto il palazzo".

L'INTERVENTO - I lavori, iniziati il 3 ottobre 2011, avevano come obiettivo specifico il restauro e la manutenzione straordinaria dell'edificio del XIV secolo (che fu residenza degli Scaligeri) soprattutto nel corpo dove ha sede la Prefettura. Grazie all'intervento è stata ripristinata la merlatura sul fronte di piazza dei Signori ed è stato riportato alla luce e restaurato l'affresco attribuito al pittore veronese Altichiero da Zevio, rinvenuto nel sottotetto del palazzo della Prefettura (Loggia di Cansignorio). L'intervento ha avuto un costo complessivo di circa tre milioni di euro. Per proteggere i dipinti, che appartengono ad un ciclo pittorico già menzionato dal Vasari nel '500, la zona è stata opportunamente isolata mediante la posa di materassini in lana di vetro. Prima del restauro, gli affreschi non erano raggiungibili e solo parzialmente visibili, per cui è stato necessario allestire un sistema di illuminazione a led ed è stata realizzata una passerella metallica per garantirne l'accesso. Il recupero degli affreschi è stato effettuato sul principio del minimo intervento che privilegia, fra le diverse alternative, quella che altera il meno possibile le caratteristiche e la consistenza della materia originale.

DIPINTI - Il restauro dei dipinti ha reso nota l'esistenza di strati pittorici sottostanti risalenti ad un periodo compreso tra il XIV e la fine del XIX secolo. Grazie a questa scoperta è stato possibile approfondire la conoscenza delle trasformazioni subite dalla Loggia di Cansignorio nel corso del tempo. Riportato poi alla luce, fra le lunette delle finestre del sottotetto, un medaglione con figura di profilo raffigurante un imperatore. Si presume che alle medaglie con i ritratti dei Cesari ne seguissero altre con i volti dei monarchi che regnarono su Verona dopo l'impero romano. Era, infatti, nella volontà degli Scaligeri quella di legittimare il dominio sulla città affermando una continuità fra la loro dinastia e i grandi re del passato. Il dipinto rinvenuto mostra molta affinità con quelli strappati durante la “campagna degli stacchi” effettuata nel 1997 per la Sovrintendenza ai Monumenti di Verona, conservati oggi al Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle.  

Le merlature, per la maggior parte deformate, fuori piombo e particolarmente vulnerabili in caso di sisma, sono state consolidate grazie all'inserimento di barre di armatura in acciaio inox. Sono poi state ricostruite con malta di calce opportunamente tonalizzata in modo da riprodurre il colore originario. Tenendo conto dell'interesse culturale del Palazzo, l'intervento si è mosso in un’ottica di “riqualificazione conservativa” del monumento, salvaguardandone, ovunque possibile, i caratteri tipologici, costruttivi e formali, escludendo, quindi, provvedimenti invasivi.

È stata inoltre effettuata la riparazione dei tetti in grave stato di deperimento con relativa sostituzione dei lucernari. Si è proceduto con l'adeguamento del sistema di raccolta e deflusso delle acque meteoriche ed è stata eseguita la posa di dissuasori antivolatili. Il progetto, grazie agli interventi strutturali effettuati, ha portato ad un generale miglioramento sismico dell'edificio. A causa della limitatezza delle somme in bilancio, l'Amministrazione ha potuto finanziare solamente le opere prioritarie dal punto di vista della sicurezza.

I lavori sono stati compiuti in tre tranches al fine di non interrompere l'attività degli uffici del Palazzo. La prima ha riguardato il Palazzo della Prefettura, la seconda il suo cortile interno e la terza, mirata agli interventi necessari all'ottenimento del CPI, l'intero complesso.

“Il restauro - ha spiegato l'ingegnere Riccardo Castegini, dirigente provinciale e coordinatore d'area - è nato soprattutto da un'esigenza strutturale riguardante in particolare le coperture che, provate dal passare del tempo, necessitavano di una riparazione. Sono state, infatti, il punto di partenza dell'intervento. Nel rispetto dell'assetto storico, sono state mantenute per la maggior parte dei casi le originarie capriate in legno, consolidate nei casi in cui lo stato di degrado era più accentuato”.

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