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Cronaca Legnago / Viale dei Caduti

Sale la febbre da gioco a Legnago. Tar e Governo potrebbero cancellare la norma "anti-slot"

Sono dieci i locali dedicati unicamente al gioco d'azzardo presenti sul suolo comunale e la frazione di San Pietro detiene il record grazie alle tre attività in piazza Boscagin e alle due in periferia

Nonostante una serie di paletti introdotti dall'amministrazione comunale nel 2012 con il regolamento "anti-slot", che vieta ad esempio a queste sale di sorgere in prossimità di scuole e oratori, la febbre del gioco continua a salire a Legnago, con tanti mini-casinò spuntati dal nulla come funghi. Tra centro e periferia infatti, secondo i dati degli uffici municipali, ben 10 di questi locali hanno dato il via alla propria attività, con San Pietro a guidare questa speciale classifica grazie a tre locali in piazza Boscagin e due in periferia. Altre quattro si trovano poi nel capoluogo e una a Vengadizza. 
Fino all'entrata in vigore dell'ordinanza comunale "anti-slot" il numero di licenze rilasciate era di due l'anno. Numero che si è dimezzato dal 2013, senza mai arrivare allo 0. Questi locali dedicati al loro interno hanno diverse "macchinette" tra cui le Videolottery, dispositivi che accettano banconote e che promettono ricchi premi in denaro: queste sarebbero in tutto una trentina sul suolo comunale. A questi però vanno aggiunte tutte le slot machine presenti nei vari bar e ristoranti legnaghesi, complessivamente circa 180. 
La normativa comunale fino adesso è stata comunque un buon deterrente per l'apertura di nuovi locali, ne è stato l'esempio quello di piazza San Martino nel 2014 che sorgeva nei pressi sia dell'istituto Canossiano che alla parrocchia del Duomo. Nell'occasione gli agenti della locale non fecero in tempo ad appoggiare le penne sui propri taccuini che la saracinesca dell'attività era già abbassata. 
Ora però queste norme potrebbero essere cancellata. Una società vicentina che gestisce una sala in viale Europa, nella zona industriale di San Pietro, alla quale la polizia locale ha contestato lo sforamento degli orari fissati dal regolamento nelle scorse settimane, ha presentato ricorso al Tar e ora si attende il responso. La prima udienza ha visto i giudici ritenere legittima la normativa ma nella causa di merito il verdetto potrebbe essere ribaltato. Così la giunta del sindaco Scapin ha investito 6300 negli avvocati Riccardo Ruffo di Verona e Luigi Aristide Carponi Schittar di Mestre per difendere la propria causa. Tutto però potrebbe essere reso inutile dal Governo, che in questi giorni sta discutendi il decreto attuativo in materia. "Se -spiega il vicesindaco Claudio Marconi al quotidiano L'Arena - da un lato l'ultima bozza prevede una riduzione delle slot, dall'altro rischia di annullare la possibilità dei Comuni di fissare dei paletti per le licenze". 

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