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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Corso Cavour

La febbre da gioco colpisce ancora: 114 milioni di euro spesi in un anno in provincia

Madera: "Una mamma si è procurata dieci biglietti del Gratta & vinci da regalare alla figlia per il compleanno. Non aveva preso in considerazione una sorpresa diversa". Le famiglie dei "malati" d'azzardo chiedono la nomina di amministratori di sostegno

La febbre del gioco d'azzardo diventa sempre più contagiosa. Sono lontani i tempi delle tombole in piazza e delle scommesse comunitarie. Ormai le puntate vengono fatte in solitario e sempre più frequentemente. Secondo i dati, ogni cinque secondi c'è un'estrazione o una puntata. Ma qual è il prezzo da pagare per quei pochi attimi di brivido e irrealistica speranza? Stipendi, risparmi di una vita dilapidati e, spesso, anche la casa ipotecata, andando a minare ulteriormente la serenità di tutta la famiglia. I parenti dei “malati” del gioco, esasperati da situazioni divenute ormai insostenibili, si appellano addirittura la Tribunale affinché nomini un amministratore di sostegno che gestisca il patrimonio del giocatore. Certo, affidare a un garante i propri risparmi è una soluzione drammatica e per certi versi estrema, ma d'altronde lo è anche la situazione di questi ludopatici e delle persone a loro vicine. E all'interno di questo scenario, Verona non fa eccezione: 7 milioni di biglietti di “Gratta e vinci” venduti. Ma nella provincia i dati sono ancora più allarmanti: sono stati venduti 19 milioni di biglietti, di quali concorsi è un dettaglio rilevante, dicono le stime dell'Ufficio Antiusura del Comune di Verona. I biglietti costano 1, 2, 3, 5, 10, 20 euro; la media è più o meno di 6 euro. Ciò vuol dire che sono stati spesi almeno 114 milioni di euro. E questo nel solo anno 2011.
I numeri sono davvero impressionanti: oltre 1 milione di tagliandi a Legnago, 859mila a Villafranca, 835mila a San Bonifacio, 792mila a Sona, 779mila a Bussolengo, 642mila a Bovolone, 609mila a San Giovanni Lupatoto, 553mila a Cerea, 543mila a San Martino Buon Albergo, 542mila a Nogara, 536mila a Pescantina, 482mila a Sommacampagna, 462mila a Zevio, 435mila a Oppeano, 413mila a Negrar, 375mila a Isola della Scala, 365mila a Peschiera, 368mila a Bardolino, 303mila a San Pietro in Cariano, 294mila a Castel d'Azzano, 293mila a Cologna, 288mila a Valeggio, 252mila a Grezzana, 187mila a Ronco.

Nel 2012, 6.268 slot machines con vincite inferiori a 100 euro erano state installate in locali, bar e tabaccherie; 1.004 videolotteries con vincite superiori a 100 euro nelle sale da gioco. Insomma, il banco vince, sempre, perché le rare vincite dei giocatori non potranno mai compensare le inevitabili perdite. Potrebbe sembrare un'ovvietà, ma non è per tutti così. Basti pensare al racconto di Pietro Madera, responsabile dei Servizi Dipendenze dell'Ulss 20, che fino a poco tempo fa si è occupato della zona di Soave: "Una mamma che si è procurata dieci biglietti del Gratta & vinci da regalare alla figlia per il compleanno. Non aveva preso in considerazione una sorpresa diversa". Un episodio assolutamente emblematico e disarmante nella sua drammatica semplicità. É vero: va rilevato un calo del numero totale dei biglietti venduti, a partire dal 2013. Ma è meglio non farsi illusioni: non sono diminuiti i giocatori né hanno imparato a frenare il loro istinto all'azzardo, semplicemente, sono aumentate le scommesse on-line (grazie all'utilizzo di tablet, computer, smartphone). La situazione resta, dunque, grave. Tra i giocatori incalliti anche i pensionati, che come rileva Camillo Smacchia, responsabile del Servizio Dipendenze dell'Ulss 22 ,“non avendo un hobby, non frequentando la parrocchia o la bocciofila, vanno nelle rivendite dei 'Gratta & vinci' o delle lotterie istantanee per riempire e vivacizzare la giornata, per dimostrare di avere ancora la capacità di comprendere, ad esempio, i meccanismi del gioco". Ma nessuna fascia, né anagrafica né sociale, è esclusa dal rischio. Claudio Marconi, referente per il gioco d'azzardo dell'Ulss 21 di Legnago, racconta di un rappresentante di commercio "che ha comprato dal ferramenta una cassetta di metallo, vi ha praticato una fessura in cui infilare i guadagni, dando alla moglie il lucchetto per non cadere ancora nella tentazione di aggrapparsi nuovamente alle slot machines per raddrizzare il bilancio domestico compromesso dalle sue scommesse".

Spesso dietro la spinta irrefrenabile al gioco d'azzardo si nasconde un dramma personale, ma bisogna fare attenzione a concedere troppe giustificazioni. Perché, nella maggioranza dei casi, è proprio perché i giocatori dilapidano il proprio patrimonio che vengono abbandonati dalle famiglie, perdono la casa e iniziano a soffrire di malattie croniche, quali, ad esempio, la depressione. Scommettere sperando di risolvere in un giro d'orologio tutti i problemi, si rivela quasi sempre una scelta insoddisfacente. E, anziché, portare a una svolta positiva, può determinare l'inizio “di una vita ipotecata dai debiti”, sottolineano Madera, Marconi e Smacchia. Si può poi arrivare a risvolti ancora più tragici se, per i prestiti, si è costretti a rivolgersi a persone esterne alla cerchia di amici e parenti.

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