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Cronaca Borgo Milano / Corso Milano

Nessun pericolo, la falda non è inquinata. Ma il cantiere resta bloccato

L'area contaminata tra Borgo Nuovo e Corso Milano è rimasta circoscritta, ma le operazioni per risanarla non sono ancora iniziate. L'assessore Toffali: "Difficile parlare dei tempi di ripresa dei lavori"

L'Arpav, l'Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale del Veneto, ha accertato che la falda acquifera non è stata contaminata e che l'area inquinata tra Borgo Nuovo e Corso Milano è, dunque, rimasta circoscritta.
A fronte di questa buona notizia è da rilevare, però, l'immobilità del cantiere, a otto mesi dall'allarme lanciato per inquinamento da idrocarburi. Non sono ancora cominciate, infatti, le operazioni di bonifica dell'area. Risulta ferma anche la costruzione della rotonda di viale Sicilia, che è stata rimandata a data imprecisata. Secondo il progetto verrà realizzata, nella zona tra Borgo Nuovo e Corso Milano, dove sorgeva il vecchio autolavaggio, una rotonda del diametro di circa venti metri. Assieme alla rotonda verrà risistemato anche un tratto del marciapiede e, attraverso il prolungamento di via Palermo, il collegamento con Corso Milano.
Questi interventi fanno parte di un pacchetto, nato dall'intesa tra il Comune e i proprietari dell'Esselunga (il cui edificio verrà demolito e ricostruito), che comprende la costruzione di un parchetto pubblico su via Licata e la rotonda davanti al supermercato (già realizzata). Ma i lavori restano fermi. Risalgono a giugno i primi scavi, realizzati per rimuovere le vecchie cisterne. Da quel momento, con la scoperta di una vasta area di terreno inquinato, il cantiere è rimasto bloccato. L'Arpav ha confermato che “due dei campioni di terreno prelevati mediante sonda esplorativa hanno evidenziato il superamento della soglia di concentrazione per gli idrocarburi”. Inoltre, "a fine giugno il gestore ha presentato al Comune le misure di sicurezza adottate e, poiché l'area potenzialmente inquinata era ridotta (1.080 mq), la richiesta di poter accedere alle procedure semplificate, impegnandosi a presentare il progetto di bonifica entro 120 giorni". Il 21 ottobre è stata concessa agli enti competenti - Comune, Prefettura, Arpav, Ulss 20, Regione - una dilazione dei termini di 60 giorni per vagliare le tecniche di bonifica da adottare.

Ma da allora nulla è stato fatto. Ernico Toffali, assessore all'Ambiente, annuncia che "il piano è atteso proprio in questi giorni. Parlare di tempi per la ripresa dei lavori è piuttosto difficile, anche se l'area inquinata è circoscritta e non desta preoccupazioni". Intanto, però, il cantiere resta bloccato e i lavori di bonifica dell'area attendono il via libera.

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