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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca San Massimo / Via Lugagnano

Verona, dopo mesi di battaglie Alice si è spenta: lutto per la giovane 23enne stroncata dalla fibrosi

Non ce l'ha fatta la giovane di Lugagnano che aveva subito già un trapianto. Tanti coloro che si sono recati nella casa della nonna a Lugagnano, dove è stata allestita la camera ardente. Uno striscione era apparso fuori dalla chiesa

Un'intera comunità stretta nel dolore della scomparsa di una ragazza di soli 22 anni per una malattia che ne ha falcidiato la vita. È morta il 2 ottobre scorso Alice Belloni: il 14 ottobre avrebbe compiuto 23 anni. Gli amici e i famigliari pregavano per lei da parecchi mesi. Alice era malata di fibrosi cistica e dal 22 aprile scorso era ricoverata nelle stanze del Centro veneto, a Borgo Trento. A fine luglio era stata sottoposta al trapianto di entrambi i polmoni. Un’operazione che attendeva da tempo a causa di un’infezione e per cui era stato necessario il suo trasferimento all’ospedale di Padova.

Tanti, tantissimi coloro che si sono recati nella casa della nonna a Lugagnano, dove è stata allestita la camera ardente. Uno striscione era apparso fuori dalla chiesa parrocchiale. “Il tuo sorriso è la nostra pace”, recitava. Alice aveva frequentato il liceo Socio-psico-pedagogico “Sacra famiglia” perché adorava i bambini. Era impegnata nel volontariato, aveva lavorato anche per tre mesi alla scuola materna del suo paese e poi come segretaria all’Accademia di Belle Arti “Cignaroli” di Verona. Negli ultimi tempi andava in classe portandosi dietro la flebo e quando entrava all’ospedale era fremente di riprendere gli studi. Partecipava in classe, come se quella malattia che la stava logorando non esistesse. Non voleva sottostare alle trame crudeli del destino. Dopo le Superiori si era iscritta alla facoltà di Sociologia dell’università di Trento. Ben presto le sue condizioni però si erano aggravate. Alice si è spenta pochi giorni fa. Lascia mamma Orietta, papà Roberto i fratelli di 19 e 15 anni, Nicola e Francesca, e il fidanzato Matteo, al quale era insieme dal 2009. Anche Matteo era malato e nel 2010 aveva subito un trapianto a sua volta. Ora sta bene. Come spiega L’Arena sono stati i genitori a lanciare l’appello perché si intensifichino i rapporti per salvare delle vite:

«Se i polmoni per Alice fossero arrivati prima forse lei sarebbe ancora qua. È arrivata al trapianto molto debilitata e questo ha complicato le cose. In Italia manca una cultura della donazione, c'è pochissima sensibilità. Noi sappiamo cosa significa una donazione e quanta speranza possa dare. Donare è vita: gli organi danno la possibilità di vivere ad un'altra persona»

DALLA REGIONE - Alla famiglia sono arrivate le parole di solidarietà della Regione Veneto: “Siamo vicini a tutta la comunità di Lugagnano e alla famiglia di Alice per la tragica fine di questa ragazza che non esito a definire eroica per la forza d’animo, il coraggio, l’umanità profonda con cui ha vissuto il suo calvario”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta la prematura scomparsa della ragazza veronese.

Ogni anno vengono effettuati poco meno di 500 trapianti in Veneto e – prosegue Zaia - la nostra regione conta ha la percentuale più bassa a livello nazionale di diniego alla donazione. Nonostante ciò assistiamo ancora oggi a vicende strazianti come quella di Alice. Dobbiamo avere la forza, la sua stessa forza, nella lotta alla malattia e nella diffusione ancora più capillare della cultura della donazione. Siamo tra i migliori d’Italia e d’Europa ma non basta mai. Donando un organo una vita che finisce può rinascere in una salvata. Certo, è una decisione difficile da prendere in un momento di immenso dolore per la perdita di una persona cara, ma in Veneto tutte le professionalità scientifiche e umane e tutte le strutture sono a disposizione dei familiari per accompagnarli in una scelta di generosità”.

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