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Cronaca Stadio / Via Luigi Negrelli

Derubata ancora la lavanderia in zona Stadio. Tra i residenti prende piede l'idea delle ronde

L'attività ha ricevuto la "visita" di alcuni malviventi intorno alle 23: si tratta della quarta volta nell'ultimo anno con la proprietaria che afferma: "Mi capita solo in questo quartiere"

L'aumento dei controlli da parte della polizia nel quartiere Stadio non sembra ancora portare gli effetti sperati e intanto l'esasperazione si diffonde tra i residenti. Nell'ultimo anno furti e atti vandalici si sono moltiplicati, poco tempo una donna è stata aggredita senza motivo da uno sconosciuto e ora ad essere presa di mira è la lavanderia self service di via Negrelli. 
L'ennesimo danneggiamento all'attività è avvenuto intorno alle 23, quando alcuni ladri sono penetrati all'interno e, non trovando di meglio, hanno scassinato e ripulito la macchinetta del caffè. 
Verrebbe da dire un furto da poco, peccato che, come conferma la titolare Miriam Castagna sulle pagine de L'Arena, si tratta del quarto episodio nel giro di un anno: "È successo una terza volta domenica, e la quarta mercoledì, a distanza di tre giorni. Non è stata tralasciata nemmeno la macchinetta cambiamonete. Sono esausta. È più oneroso il danno agli apparecchi che l'effettivo furto". A dare l'allarme è stato un cliente del bar vicino, che si è accorto che qualcosa non andava. Ma all'arrivo della polizia i malviventi erano già lontani. 
Miriam afferma inoltre che questo tipo di problemi non si sono mai verificati nell'altra sua lavanderia che si trova in borgo Venezia e che solo in zona Stadio rileva questo tipo di problemi. Un'ipotesi che rafforza l'idea della Lega Nord di creare ronde di volontari per pattugliare la zona e lanciare subito l'allarme in caso di crimini. 

La situazione che stanno vivendo i cittadini del quartiere Stadio di Verona è il paradigma dei disagi e dei timori di decine di quartieri in tutte le città venete, dove la gente è esasperata da furti, aggressioni, borseggi, rapine, dalla presenza di balordi importuni. Non bastano le pur lodevoli iniziative isolate e parziali di rafforzamento dei controlli, deve essere possibile un’azione sistematica, capillare, 24 ore su 24, di presenza sul territorio, di prevenzione e semmai di repressione dei reati”.

Lo dichiara il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia che, in materia di sicurezza, prende spunto dall’allarme reiterato oggi dagli abitanti del popoloso quartiere scaligero, con l’ipotesi ronde che torna a farsi avanti.

“Se qualche pattuglia in più avesse potuto aggirarsi dalle parti dell’ultima lavanderia saccheggiata del quartiere (per la quarta volta) – dice Zaia - o se nei dintorni fosse stata presente una bella camionetta dell’esercito con due bei soldati in bella vista, probabilmente il “poker” alla lavandaia sarebbe fallito. Lo ripeto per la centesima volta: la situazione è grave e servono subito più uomini, più mezzi e migliori stipendi alle Forze dell’Ordine, con l’Esercito in strada a fare da deterrente anche con la sola presenza. Se no, non si lamentino se la gente decide di organizzarsi in ronde, che non sono sfide alla legalità costituita, ma gesti della disperazione”.

“Le stesse situazioni, le stesse parole, le stesse tensioni – incalza Zaia – si vivono nella stragrande maggioranza delle città venete grandi e piccole. A Treviso i cittadini di alcuni quartieri si sono organizzati per difendere il loro territorio e già sono riusciti a sventare un paio di furti, ma qualcuno ha avuto il coraggio di criticarli; a Vicenza ben 11 quartieri si stanno organizzando per opporsi allo spaccio di droga. Sono sempre di più i Comuni che si rivolgono alle vigilanze private o accendono polizze antifurto per i loro cittadini. Sono tutti schiaffi – conclude Zaia – ad uno Stato inerme e distratto, dove le uniche cose che sembrano contare sono lontane anni luce dalle vere priorità della gente comune. Poi piangono perché il popolo si distacca dalla politica ma, come dice un vecchio e saggio proverbio, chi è causa del suo mal pianga sé stesso”.

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