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Verona, deputato indagato con il padre per questioni edilizie: tutta la vicenda

Da una parte gli esposti dei vicini di casa e dall'altra delle interpellanze al Consiglio Regionale del Veneto: al centro della vicenda l'ampliamento della villetta del padre invalido di un deputato veronese

Nel 2012, M.B., allora deputato della Lega Nord e oggi confluito nel gruppo Fare! di Flavio Tosi, dopo indagini, querele, esposte e denunce, come riporta L'Arena, aveva dichiarato: "La magistratura ha già archiviato, non ravvisando alcun illecito penale, i due esposti presentati contro mio padre sulla vicenda". L'indagine a cui si fa riferimento è quella relativa all'ampliamento della cubatura della villetta del padre del politico veronese. Come raccontato in un precedente articolo, l'anziano invalido civile avrebbe ottenuto il permesso per allargare, e soprattutto innalzare, la propria villetta a schiera grazie a delle modifiche ad alcune leggi regionali, intervenute anche sulla 104, la legge in materia di invalidità civile.

Ora L'Arena ripercorre tutta la vicenda, nata non solo dagli esposti presentati dai vicini di casa del signor L.B. Nel maggio del 2011, l'ex consigliere regionale del PD Franco Bonfante presenta un'interpellanza in cui chiede di chiarire se la legge regionale fosse stata applicata correttamente quando L.B. ottenne i permessi di ampliare la propria villetta. Infatti, secondo la Legge 104/92 si possono ottenere agevolazioni edilizie in caso di handicap grave; ciò si traduce nella possibilità di effettuare modifiche a edifici vincolati se queste servono a superare le barriere architettoniche, inoltre permette di non versare alcuni contributi. Nella Legge regionale 14 del 2009 fu introdotta una novità con l'articolo 11; l'invalidità civile dell'oltre 75% viene equiparata all'handicap grave. In questo modo, il padre del deputato M.B. avrebbe ottenuto i permessi per ampliare la propria villetta, che svetterebbe rispetto alle altre abitazioni a schiera. Come riporta L'Arena, con il rilascio del permesso comunale, la villetta divenne una palazzina con tre unità abitative, scale esterne, tre ingressi e tre garage doppi. Arricchita di numerosi documenti e segnalazioni, l'interpellanza di Franco Bonfante non andò del tutto a vuoto, infatti, la seconda commissione consiliare della Regione nel giugno 2011 fece un sopralluogo nella villetta di Verona.

L'azione di Bonfante, tuttavia, non sarebbe stata la causa dell'apertura del fascicolo per abuso d'ufficio da parte della Procura di Verona. L'indagine è infatti partita dagli esposti depositati in Procura, nei quali si sospetta che la proposta di equiparare l'handicap grave all'invalidità civile sia stata suggerita dal deputato stesso a un consigliere regionale della Lega Nord; tuttavia, né il consigliere né il capogruppo regionale se la sarebbero sentita di proporre la modifica. Come riferisce L'Arena, la modifica all'articolo 10 del 2007 è stata proposta dall'ex assessore Stefano Valdegamberi poco prima della fine dei lavori sulla legge, alle 2 del mattino.

Dal 2010 in poi, si sono alternati esposti dei vicini di casa, sopralluoghi, denunce e querele. Una bagarre andata avanti fino al 2012, quando il deputato, sentitosi preso di mira e considerando la vicenda un attacco politico, avrebbe dichiarato che la magistratura aveva archiviato il tutto. In realtà, proprio in questi giorni di ottobre, al padre è arrivata la notifica della conclusione delle indagini da parte della Procura scaligera, perciò la vicenda è ancora aperta.

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