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Cronaca Porto San Pancrazio / Lungadige Galtarossa

Verona, Zanonato assicura: "Ecco il decreto che fa ripartire Riva Acciaio"

Incontro-scontro tra i dipendenti e i politici veronesi nel piazzale dell'azienda. Presa di mira la senatrice del Pdl, Bonfrisco. A raffreddare gli animi la notizia del ministro: "Non serve a nessuno un'azienda morta"

Un'altra mattinata di rabbia e tensione in lungadige Galtarossa, davanti alla sede di Riva Acciaio. L'incontro tra i lavoratori del colosso siderurgico e i parlamentari veronesi, tutti presenti, si è rivelato più duro di come si potesse pensare. I dipendenti Riva hanno affrontato i politici di centrodestra e centrosinistra a colpi di slogan e richieste. La più diffusa è stata quella di spingerli a "metterci la faccia e prendere posizione". A oltre una settimana e mezza dalla chiusura degli stabilimenti, i lavoratori dell'acciaio sul lungadige attendono ancora risposte. Così chiedono ai parlamentari di "rendere conto" delle motivazioni che hano spinto il governo a non votare il decreto che permetteva lo sblocco degli stipendi. Sono in 429, complessivamente, quelli rimasti a casa a Verona in seguito alla decisione dell'azienda di sospendere il lavoro in seguito al congelamento dei conti da parte della Procura di taranto sull'inchiesta Ilva. Durante il faccia-a-faccia in piazzale sono volate parole grosse e insulti, specialmente tra un paio di lavoratori e la senatrice del Pdl, Cinzia Bonfrisco, che ha tentato una reazione. Da lì si sarebbero susseguiti slogan e cori fino a "Ma-fio-si, ma-fio-si".

"NERVOSISMO E ANSIA" - "Il nervosismo e l'ansia che condividiamo con i lavoratori - spiega Bonfrisco - non ci deve far perdere di vista la responsabilità che dobbiamo avere in un momento difficile come questo. Sbaglio io a rispondere a provocazioni estremiste - ha aggiunto la parlamentare -, ma questo è il prezzo che pago per stare vicino agli operai che hanno manifestato. Tutti i parlamentari sono uniti per chiedere al governo risposte efficaci e rapide". Bonfrisco conferma il suo "appoggio all'iniziativa del ministro Zanonato che ha lo scopo di non abbandonare al triste destino la fabbrica e gli operai considerati solo numeri dentro i rimpalli giudiziari. A tutti i lavoratori veronesi e non solo veronesi del gruppo Riva dedico il mio costante impegno e la mia solidarietà e non mi farò spaventare da chi minaccia verbalmente e fisicamente. Tutta la città è stretta attorno alla soluzione possibile. Restiamo uniti nel fare questo. Ringrazio gli operai e i rappresentanti sindacali che mi sono stati vicini nel rappresentarmi la differenza tra chi - ha concluso - è interessato alla difesa del lavoro e chi invece alla strumentalizzazione politica, come coloro che hanno provato ad aggredirmi".

A spegnere la piccola rivolta contro la politica è stata la notizia di una svolta in Consiglio dei ministri. "Questo pomeriggio c'è un appuntamento molto importante in consiglio dei ministri a Roma: approveremo il decreto sulla Riva Acciaio". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato a Parma a un convegno sul "Decreto del fare 2" dell'Unione industriali.

"Con la norma che approveremo questo pomeriggio stabiliamo che se avviene un sequestro deve avvenire tutelando l'attività produttiva - ha aggiunto il ministro -. E' come se venisse sequestrato un animale, o del bene alimentare: come in questi casi mi devo assicurare che nel periodo del sequestro non deperisca il bene sequestrato. Questo è prima di tutto un provvedimento utile per i lavoratori che operano negli stabilimenti ma anche per i fornitori, ma è alla fine un'azione a tutela di tutti, anche dei proprietari perché non serve a nessuno un'azienda morta".

LA SMENTITA - La giornata dell'annuncio si è tinta di '"giallo": il governo sembra infatti in accelerazione per mettere nero su bianco un decreto, tanto che il ministro annuncia il Cdm ad horas, ma il summit dei ministri in realtà non si tiene mai. Nelle prime ore del pomeriggio, infatti, da Palazzo Chigi fanno sapere che il consiglio dei ministri non è stato ancora convocato.

MANIFESTAZIONE NAZIONALE - Intanto è con lo slogan "Basta aspettare! che il sindacato dei metalmeccanici Fim Cisl ha organizzato per lunedì 23 settembre, a Verona, una manifestazione nazionale di tutti i lavoratori del Gruppo Riva Accaio. "Dopo oltre dieci giorni dal blocco produttivo, si aggrava di ora in ora la situazione nell'indotto e nell'economia dei territori dove sono collocati gli stabilimenti - spiega una nota -. Tale situazione sta mettendo a rischio la sicurezza occupazionale e salariale di migliaia di famiglie e indebolendo l'economia di questi territori". Per il sindacato dei metalmeccanici "è necessario avere risposte immediate e con altrettanta tempestività mobilitarsi coordinando tutti i siti (Verona, Brescia, Cuneo, Varese, Lecco, Milano) del Gruppo. Occorre che il lavoro e l'occupazione torni al centro dell'attenzione di tutti, e che le scelte dell'azienda, e di tutte le istituzioni, lo valorizzino e non lo distruggano. Il tempo e' veramente scaduto".

Il corteo partirà alle 10 dallo stabilimento Riva Acciaio in lungadige Galtarossa 21, transiterà per piazza Brà, per raggiungere piazza dei Signori (sotto la Prefettura) dove si terrà il comizio finale.

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