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Cronaca Centro storico / Via Franceschine

Verona, "dannosa per sicurezza di strade e scuole": la politica veronese boccia la riforma delle Province

Da destra a sinistra, coro unanime contro la Delrio: "I continui tagli lineari ci mettono in condizione di non poter più fare interventi da qui in avanti. Non siamo preoccupati per la nostra posizione (siamo qui gratuitamente), quanto per i cittadini"

"Sicurezza delle strade a rischio", "bilanci in perdita", "danno da arginare", "manovra frettolosa". Sono solo alcuni dei commenti emersi nella Loggia di Fra' Giocondo, al Palazzo Scaligero, dove il presidente della Provincia, Antonio Pastorello, ha incontrato i parlamentari, consiglieri e assessori regionali veronesi per illustrare la drammatica situazione" creata dalla legge Delrio.

PUNTO SUI TAGLI - Le Province si troveranno a gestire, garantire manutenzione e mettere in sicurezza 130mila chilometri di strade (oltre il 70 percento della rete viaria nazionale). Dovranno erogare servizi sgombraneve e antigelo, realizzare e riparare barriere fono assorbenti e guardrails, nonché segnaletica orizzontale e verticale. Si occuperanno della manutenzione delle aree a verde, della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Avranno inoltre l'onere dei servizi di vigilanza e presidio delle strade, della realizzazione di piazzole e fermate bus. Infine, avranno in capo la manutenzione ordinaria e straordinaria dei Centri operativi e delle case cantoniere nonché servizio di emergenza e reperibilità. Questo a fronte di tagli delle risorse pari a 11 milioni e 786mila euro nel 2014, 26 milioni e 736mila euro nel 2015, a 38 milioni e 742mila nel 2016 e a 50 milioni 528mila nel 2017.

Tutto questo perché le Province continueranno a svolgere alcune funzioni, così come previsto dalla legge Delrio che, a partire dal 1 gennaio 2015, lascia alle Province funzioni in materia di ambiente, trasporti e viabilità, scuola, assistenza ai Comuni e pari opportunità. Inoltre, d'intesa coi Comuni interessati, le Province saranno "Stazione unica appaltante", monitoraggio dei servizi e organizzazione di concorsi e procedure selettive. La Delrio stabilisce anche che debbano mantenersi in capo alle Province quelle funzioni collegate alle fondamentali e decide che le altre funzioni vadano riorganizzate. Stato e Regioni sono chiamati a stabilire quali siano e a quali organi assegnarle e hanno il compito di “riordinare” queste funzioni. La spesa pubblica italiana è rappresentata per il 69,27% dallo Stato Centrale, per il 19,94% dalle Regioni, per l'1,25% dalle Province e per il 9,54% dai comuni.

“Ciò che è emerso - spiega Pastorello - è purtroppo un diffuso clima di rassegnazione da parte dei presenti. Il mio obiettivo è di far capire a parlamentari e consiglieri regionali che ci manca la benzina per dare dignità ai servizi che la Provincia in ogni caso deve erogare fino al 2017. Se la sicurezza di strade e delle scuole non sarà garantita ricadrà sulla testa degli utenti: dei ragazzi che vanno a scuola che non avranno un edificio confortevole e magari rischioso, oppure degli automobilisti che si troveranno strade con le buche e senza manutenzione. I continui tagli lineari ci mettono infatti in condizione di non poter più fare interventi da qui in avanti. Noi siamo preoccupati, non tanto per la nostra posizione perché siamo qui gratuitamente, quanto per i cittadini che potrebbero avere delle ripercussioni negative. Inutile dire che la situazione in cui versiamo è critica. Ringrazio i presenti che hanno risposto al nostro grido di allarme e spero che ognuno nel suo ambito possa fare qualcosa".

Continua Pastorello: "Non siamo in grado di fare il bilancio 2015 perché lo Stato pretende da noi i bonifici con la restituzione di soldi: nel 2014 11 milioni e 786mila euro. La riforma è chiaramente pasticciata, non siamo nelle condizioni di fare quello che ci è richiesto. Anche la Regione, che dal 2010 si è occupata di trasferirci le risorse necessarie ad esercitare alcune funzioni, ha drasticamente diminuito i trasferimenti. Entro fine anno sapremo quali saranno le funzioni in capo alla Provincia e quanto entrerà di dominio della Regione. Oggi, vi chiedo di aiutarci a garantire i servizi in modo virtuoso come li abbiamo garantiti finora”.

APPELLI E OPINIONI - “Per capire come muoverci come rappresentanti del Parlamento, è necessario comprendere meglio l'inquadramento del problema, poiché non sono sullo stesso piano i danni dovuti dal taglio e quelli dovuti al mancato trasferimento di funzioni - invoca Paolo Tosato, Lega Nord, ex assessore a Strade e giardini della prima Giunta Tosi e ora in Senato -. Chiedo quindi di quantificare esattamente quali siano le responsabilità di Regioni e Stato nell'impossibilità di attribuire alcuni dei servizi minimi essenziali”.

Secondo il consigliere regionale di Futuro Popolare, Stefano Valdegamberi, "è chiaro che la situazione è veramente drammatica. Se si intende cambiare qualcosa bisogna avere il coraggio di farlo in maniera chiara e soprattutto è necessario avere le idee ben precise su come farlo, perché non si può lasciare un ente senza nessuna risorsa”. Gli fa eco il collega del Pd in Regione, Roberto Fasoli: “Credo che l'unica maniera per uscire da questa situazione stagnante sia la cooperazione di Province e Regioni affinché venga riaperta una trattativa sulla Legge di Stabilità, almeno per quanto riguarda questa fase transitoria. Le soluzioni sono da cercare in fretta, altrimenti tante amministrazioni di qualsiasi livello avranno difficoltà nel far quadrare i loro bilanci”.

Parole di sconforto ma anche di appello dall'ex assessore regionale, in quota Nuovo Centrodestra, Giancarlo Conta:  “Sapevamo che la riforma delle Province avrebbe avuto anche aspetti negativi. Il nostro compito ora è trovare soluzioni concrete e dunque, nella scaletta dei lavori della Regione abbiamo l'obbligo di legiferare e definire così le funzioni entro il 31 dicembre 2014. Questo è l'accordo che abbiamo preso circa 15 giorni fa”. L'ex collega di partito, la senatrice Cinzia Bonfrisco (Forza Italia), conviene con Conta: “Esprimo anche io la profonda delusione per questa Riforma che, a parer mio, è stato fatta in maniera troppo frettolosa. Una legge che, inoltre, avrebbe dovuto portarci a un approdo utile e funzionale”.

“L'unico punto su cui si può discutere è come arginare il danno - esorta Franco Bonfante, vicepresidente Pd del Consiglio regionale -. Invito tutti a trovarci ancora a livello regionale per poter vedere come andare incontro alle esigenze delle Province. È necessario dimostrare al Governo e al Parlamento che alcune delle questioni portate avanti dalle Province non sono una mera difesa autoproclamativa, ma esigenza effettiva di salvare qualche servizio essenziale”.

“Condivido pienamente il grido d'allarme del presidente - ribadisce invece il leghista in Regione, Giuseppe Stoppato -. Questa Legge ha sicuramente disorientato anche noi. Mi complimento dunque con voi per l'impegno che state dimostrando e chiedo al Presidente di farci avere una comunicazione chiara su quali possano essere gli aiuti che l'Ente Regione può darvi da qui al 31 dicembre”. “In questa fase transitoria, alcune funzioni sono rimaste assegnate alle Province - si è accodato infine il consigliere in Regione, Andrea Bassi della Lega -. Serve, quindi, una garanzia di poter operare e chiedo di lanciare un appello uniti per poter trovare le risorse”.

"Credo che non ci siano più dubbi sugli effetti complessivamente negativi che la legge Delrio ha prodotto. E siamo solo all’inizio - spiega la deputata Francesca Businarolo del Movimento 5 Stelle -. Fra i tagli agli enti locali nella legge di Stabilità che il governo Renzi si appresta ad approvare e il quadro complessivo dell'ente, rischiano di essere tagliati senza discriminazione alcuni servizi importanti ora anche i rappresentanti regionali e provinciali di quelle forze politiche che hanno sostenuto in Parlamento la Legge Delrio sembrano aver capito cosa si prospetta".

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