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Cronaca Centro storico / Via Noris Enrico

Verona, corruzione all'Agec: arrestati sette funzionari e il direttore generale

Le accuse sono peculato, corruzione, abuso d'ufficio, turbata libertà in procedure d'appalto e falsità in atti. Indagine sugli appalti per il servizio di refezione scolastico 2010-2013, per un ammontare di 28 milioni di euro

Nuova bufera sull'Agec, l'azienda che gestisce il patrimonio immobiliare del Comune di Verona. La guardia di finanza ha eseguito nove ordinanze di custodia cautelare nei confronti di otto funzionari e un imprenditore. Quest'ultimo è un imprenditore di Bressanone, provincia di Bolzano, che opera nel settore immobiliare.

L'indagine ha preso il via il 25 ottobre dello scorso anno in seguito all'esposto presentato dall'allora presidente dell'Agec, Michele Croce, poi sostituito ai vertici dell'azienda. Il giudice per le indagini preliminari, Paolo Scotto di Luzio, su richiesta del pubblico ministero Gennaro Ottaviano ha firmato i provvedimenti che hanno portato in carcere il direttore generale di Agec, S.T., il direttore per i servizi istituzionali, Stefano Campedelli, e la dirigente per l'area legale Francesca Tagliaferro oltre all' imprenditore Martin Klapfer.

Per altri cinque funzionari sono stati disposti gli arresti domiciliari: Giovanni Bianchi, dipendente per il settore dei servizi informatici; Alessia Confente, dirigente dei servizi farmaceutici; Davide Dusi, responsabile servizio polizia mortuaria; Giorgia Cona, dipendente settore controllo gestione e qualità e Luisa Fasoli, dirigente dell'area refezione e ristorazione. Le ipotesi di reato a vario titolo sono peculato, corruzione, abuso d'ufficio, turbata libertà in procedure d'appalto e falsità in atti. L'indagine si riferisce in particolare agli appalti per il servizio di refezione scolastico nel periodo 2010 2013, per un ammontare di 28 milioni di euro e per il successivo triennio sino al 2016 e la realizzazione di alloggi residenziali pubblici nell'area Fondo Frugose nei pressi di San Michele Extra.

DALL'ESPOSTO DELL'EX PRESIDENTE CROCE - "Per un'indagine di questo genere un anno è un tempo brevissimo" commenta il comandante provinciale della guardia di finanza di Verona, Bruno Biagi, illustrando l'operazione "Anacleto". In attesa degli interrogatori di garanzia, Biagi ha sottolineato che "le ipotesi investigative hanno superato il vaglio del giudice". La maggioranza dei provvedimenti hanno colpito persone che operano in aree diverse da quelle interessate dalle indagini. Klapfer, l'imprenditore altoatesino, si era aggiudicato l'appalto per la realizzazione di alloggi pubblici a "Fondo Frugose", mentre le gare per i servizi di refezione scolastica sono state vinte da Rti Serenissima Euroristorazione Spa per il periodo 2010-2013 e da Velox Servizi per il triennio 2013-2016.

Le indagini continuano per accertare eventuali altri reati. L'inchiesta è scattata in seguito all'esposto presentato il 25 ottobre 2012 dell'allora presidente di Agec, Michele Croce, finito al centro di una polemica politica per l'acquisto dei nuovi arredi nel suo ufficio per 48mila euro, e poi sostituito dopo la richiesta di revoca del mandato presentata dagli altri quattro componenti del cda.

LE PRIME REAZIONI - "Non è una bella notizia, aspettiamo di avere qualche elemento in più" ha detto il sindaco di Verona, Flavio Tosi, commentando la notizia che ha investito l'azienda che gestisce l'edilizia comunale, i servizi cimiteriali e di refezione scolastica e le farmacie comunali. "Conosco S.T.da quasi vent'anni - ha dichiarato Tosi - è stato direttore con questa amministrazione, con quella precedente e con quella prima ancora; ha lavorato con tanti presidenti, è un uomo delle istituzioni".

"L'errore - ha aggiunto - sarebbe quello di condannare ancor prima di avere accertato i fatti. L'unico collegamento tra i diversi filone d'indagine è che si tratta della stessa azienda. Per ora siamo ancora in una fase iniziale, stiamo a vedere quello che succederà. Ci sono tanti funzionari e dipendenti pubblici coinvolti, non vorrei che si buttasse la croce addosso e poi invece è tutt'altro".

Il presidente dell'Agec, Massimo Galli Righi, ha rassicurato intanto i cittadini sulla qualità dei servizi dell'azienda comunale dopo la serie di arresti. "I veronesi - ha dichiarato Galli Righi - hanno il diritto di sapere che tutti i servizi dell'Agec andranno avanti". Galli Righi lo ha osservato al termine di un colloquio con il sindaco Flavio Tosi. "Ho indetto una riunione dei dirigenti per valutare le professionalità e verificare chi sa fare cosa e come".

"Se sarà necessario - ha aggiunto - chiederò al sindaco il distacco di alcuni funzionari dal Comune o dalle circoscrizioni". L'avvocato Galli Righi ha evidenziato: "Al di là delle parole del sindaco sul direttore generale Sandro Tartaglia, uno dei nove arrestati, che condivido in pieno perché lo conosco anch'io da tutti gli anni che lo conosce il sindaco, in questo momento ho un obbligo, un dovere che mi sono assunto, da quale non intendo fuggire. Questo impegno è di far funzionare l'Agec, un'azienda che è al servizio dei veronesi, che svolge compiti delicati".

L'EX PRESIDENTE - "Gli arresti all’Agec - spiega Michele Croce, ex presidente dell'azienda comunale - confermano le mie accuse, a riprova che forse non erano fantasie come qualcuno molto autorevole aveva sostenuto. Prima ancora di recarmi in Procura avevo informato i vertici dell’amministrazione comunale del quadro desolante che stava emergendo, ma invece di ascoltarmi e adottare contromisure adeguate si precipitarono a defenestrarmi da presidente dell’Agec. Il tutto quando iniziai a chiedere chiarimenti su aspetti che mi sembravano inquietanti. Quanto sta avvenendo dimostra che ormai il sistema non è più in grado di autoproteggersi e che anche quelle che un tempo sarebbero state etichettate come crociate contro i mulini a vento, se fatte con coscienza e coraggio, possono contribuire a fare luce su vicende molto gravi che danneggiano tutta la città. Da tempo scrivevo sul mio blog che c’era un’aria di rinnovamento, che i pilastri dei palazzi del potere a Verona iniziavano a scricchiolare".

IL PARTITO DEMOCRATICO - "Non è intenzione del Pd entrare nel merito delle indagini della magistratura ma la gravità degli arresti che di fatto hanno azzerato la dirigenza impongono una seria riflessione dal punto di vista politico sul modo in cui vengono gestite le aziende partecipate e i servizi pubblici a Verona". A spiegarlo è una nota congiunta dei consiglieri del Partito democratico in Comune.

"Non sappiamo - spiegano - con precisione quali siano i capi d'imputazione a carico dei dirigenti Agec ma sappiamo con certezza che l'intervento di Fondo Frugose, per come è stato realizzato, non ha nulla a che vedere con il progetto originario. Sappiamo che quell'intervento ha inaugurato uno schema di gestione delle opere edilizie pubbliche attraverso la regia incontrastata di Agec come poi è accaduto, con poca trasparenza, anche per la Passalacqua e per i servizi cimiteriali. E come sta accadendo anche per il progetto di riqualificazione dell'Arsenale su cui Agec ha espresso un parere dirimente in aperto contrasto con quanto avevano stabilito gli uffici comunali. Sulle mense scolastiche sono da mesi attivi dei controlli partiti sulla base di tantissime segnalazione dei genitori degli studenti, compresa l'ultima partita dalla Seconda Circoscrizione, che hanno evidenziato gravi sofferenze e mancanze nella somministrazione dei pasti nelle nostre scuole. Alla politica tocca il compito di riformare fin da subito questo sistema che con ogni evidenza è malato e non funziona. Si deve partire dallo svincolare da logiche di appartenenza partitica la scelta degli amministratori delle aziende pubbliche".

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