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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Verona, il clamoroso dietrofront su Ca' del Bue: "Pochi rifiuti, niente incentivi. Teniamo spento"

Agsm non ritiene conveniente mettere in funzione i forni senza gli adeguati Cip6 erogati dal governo. In più la soglia di immondizia convertibile è stata abbassata dalla Regione. Tosi: "Noi non abbiamo colpe"

Le polemiche sono iniziate subito dopo che Agsm aveva ritenuto indispensabile l’accensione dei forni dell’inceneritore di Ca’ del Bue. Battaglie politiche e civili: con sindaci dei territori interessati al fianco dei cittadini, per strada. Quelle polemiche non sono mai finite. E all’alba del dietrofront di Agsm sugli impianti si rinnovano, più forti che mai, seguiti da una lunga lista di “L’avevo già detto”. Colpa dei pochi rifiuti che verrebbero trasferiti e della cessazione degli incentivi pubblici, che in questo caso si chiamano “prezzi incentivati per l'energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e assimilate”. La multiutility comunale ha spiegato che Ca’ del Bue non sarebbe conveniente senza questi due fattori. Ad ammettere la retromarcia sul termovalorizzatore, dopo tre anni di furiose battaglie politiche, è stato il sindaco Flavio Tosi in persona, durante una trasmissione televisiva in onda su una rete locale.

CA' DEL BUE: "SPETTA ALLA REGIONE DECIDERE"

Tosi ha voluto tuttavia precisare che le cause sarebbero “indipendenti dalla volontà” dell’amministrazione di Palazzo Barbieri. Così l’arcano è stato svelato davanti alle telecamere: senza l’erogazione dei Cip6, la società spagnola Urbaser, che ha vinto l’appalto per la messa in funzione dei forni, avrebbe serie difficoltà ad affrontare il Piano finanziario. Questo nonostante il 27 aprile del 2011, il direttore generale di Agsm, Giampietro Cigolini, rispondeva al quotidiano l’Arena che “il piano industriale della società spagnola prevede la sostenibilità dell'operazione con o senza i Cip6”. Il primo cittadino scaligero ha anche dichiarato che per questo la società sarebbe ricorsa a vie legali contro lo Stato. Ma non tutto sarebbe chiaro.  Lo stesso Cigolini si è affrettato a dire che Agsm ha fatto ricorso dieci mesi fa al Tar del Lazio (non Urbaser) contro il Gse, Gestore dei servizi elettrici del ministero dell’Economia. Sul quotidiano locale, il dg della multitility ha precisato che

“Il piano industriale si basava su una quantità di 196mila tonnellate di rifiuti annui da bruciare a Ca' del Bue o sui Cip 6. Se non ci saranno i Cip 6, la sostenibilità dipenderà essenzialmente dalla quantità dei rifiuti conferiti”

Ma la Regione Veneto, nonostante abbia mantenuto la struttura di Ca’ del Bue come una delle quattro previste, ha abbassato la soglia a 150mila tonnellate. E così il presidente Paolo Paternoster, personalità messa al centro delle polemiche politiche, ha ammesso che

“se la sentenza sarà contro il ripristino dei Cip6, sarà la pietra tombale di Ca' del Bue. Al contrario, se gli incentivi resteranno, un accordo con la Regione lo troveremo per garantire le 150mila tonnellate annue per far funzionare il termovalorizzatore e confermare le tariffe di conferimento sostenibili per i 98 Comuni della provincia”

La decisione se assegnare o meno gli incentivi Cip6 dovrebbe arrivare a marzo, dal Tar del Lazio, Ma intanto comuni e cittadini contro il termovalorizzatore hanno già stappato le prime bottiglie.

REAZIONI - “Se, come è più che possibile, il nuovo termovalorizzatore di Ca' del Bue non verrà più fatto i milioni di euro di perdite che avrà Agsm dovranno essere pagati personalmente dagli amministratori dell'azienda e del Comune”. A parlare è Stefano Valdegamberi, Consigliere regionale presidente di Futuro Popolare che già tre anni e più fa, quando era Consigliere comunale a Verona, aveva anticipato i problemi che solo ora vengono ammessi dal sindaco Tosi e dai vertici di Agsm.

“Io allora avevo fatto interventi puntuali sia verbali che scritti nei quali chiedevo di sospendere la gara d'appalto per il termovalorizzatore, spiegando che mancavano i presupposti per il funzionamento dell'impianto. Che sarebbe stato non sostenibile economicamente e che non avrebbe avuto sufficienti quantità di rifiuti da bruciare per poter essere efficiente. Allora nessuno mi ha ascoltato. Anzi, sono andati avanti con l'appalto senza nemmeno avere la certezza dei Cip6, che sono l'unico modo per tenere in piedi, seppur con il nastro adesivo, un'operazione che altrimenti non è realizzabile. E' evidente, insomma, che ci sono delle gravi responsabilità in tutto questo. Delle responsabilità che questi signori non possono come al solito scaricare sui cittadini, facendo pagare loro bollette più salate. E' inutile che cerchino alibi. Se il termovalorizzatore non verrà fatto dovranno rispondere personalmente dei danni conseguenti”.

Pesante anche il commento del Partito democratico in Comune: "Ma che razza di management pubblico è quello che ignora le tendenze e fallisce completamente il piano di prospettiva sul breve e medio periodo? E che classe politica è quella che carica la città di enormi costi di progettazione, consulenza e propaganda per un progetto palesemente sbagliato? Oggi lo vediamo per Cà del Bue, domani lo vedremo per il Traforo delle Torricelle. Tutti i punti qualificanti del programma del sindaco fin dal 2007 vengono rasi al suolo per mancanza di presupposti reali. E chi pagherà i danni? Toccherà ai politici e ai funzionari pubblici che hanno testardamente proseguito su una via evidentemente fallimentare o toccherà, come sempre, ai cittadini? Che il sindaco si schiarisca le idee, venga a riferire sul ricorso e avvii con la Regione un confronto che ci consenta di limitare i danni con Urbaser e convertire Cà del Bue in una struttura compatibile con la ripresa della raccolta differenziata".

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