Verona, cinque "pali" per uno scassinatore: uomo in carrozzella fermato con la sua accompagnatrice
Un residente dell'Est Veronese chiama i carabinieri per un furto in tabaccheria. La pattuglia arriva e fa piazza pulita dei presenti, tra cui i due stranieri. Erano stati visti confabulare con il ladro poco prima
Cinque presunti complici di un ladro identificati e due arrestati. Il vero scassinatore è però riuscito a fuggire e gli altri sono rimasti col proverbiale “cerino in mano”. Ma è stata tutta da chiarita davanti al giudice la posizione dei tre italiani a bordo di un’auto e due stranieri di origine slava di cui uno in carrozzina perché infortunato (l’altro, una ragazza, è stata individuata come sua accompagnatrice). Al termine dell’udienza di convalida quest’ultimi, gli unici a finire in manette, sono stati rilasciati perché non sono emersi indizi di colpevolezza. Per loro il processo inizierà comunque la prossima primavera. Era stata la chiamata di un residente di un paese dell’Est Veronese a far entrare in azione gli uomini dell’Arma. Lui aveva notato un uomo che stava tentando di scassinare la saracinesca di una tabaccheria e così aveva composto il 112.
La pattuglia di carabinieri aveva fatto “piazza pulita” fermando e interrogato tutti i presenti: tre italiani a bordo di un’Audi erano stati fermati perché erano stati incrociati nelle vicinanze del luogo del misfatto mentre gli altri due slavi erano presenti sul posto. Solo questi sono finiti in manette. Dalla ricostruzione pare che comunque tutti e cinque avessero incontrato lo scassinatore mentre era all’opera. I tre sull’auto, in particolare, come spiega L’Arena, erano stati offesi e allontanati dallo scassinatore, poi visto confabulare con l’uomo in carrozzina (ha una gamba fratturata) e la sua accompagnatrice. Il giudice ha comunque ritenuto che cinque “pali” per un furto fosse un numero “decisamente eccessivo”.
