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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Borgo Trento / Via Isonzo

Verona, caso Giacino: nulla da fare, si va verso il processo dell'ex vicesindaco e della moglie Lodi

Sono accusati di concussione perchè avrebbero intascato 600mila euro da quello che è il loro principale accusatore, Alessandro Leardini, costruttore edile, che finirà alla sbarra per corruzione

Caso Giacino: l’ex vicesindaco di Verona e la moglie Alessandra Lodi sono prossimi al processo. Questo lo scenario che si apre dopo che è scaduto il termine a disposizione degli avvocati della difesa per contestare l’avviso di chiusura delle indagini. Venti giorni sono trascorsi da quel 29 aprile, in cui la Procura ha notificato il provvedimento ai due “illustri” indagati per concussione. Secondo il Corriere Veneto la difesa poteva tentare la strada dei memoriali o quella di un nuovo interrogatorio con il pm. Tuttavia, non avendo ricevuto nessuna di queste richieste, il magistrato che coordina l’inchiesta, Beatrice Zanotti, è intenzionato a chiedere il rinvio a giudizio. Con Giacino (in carcere a Montorio) e Lodi (agli arresti domiciliari nel loro attico di via Isonzo, zona Borgo Trento) finirebbe alla sbarra anche il loro principale accusatore, il costruttore edile Alessandro Leardini, accusato di corruzione. E’ dalle dichiarazioni di quest’ultimo che sono partiti i guai per la coppia, avendo confessato di aver versato oltre 600mila euro in cinque anni per “evitare intoppi” nelle pratiche immobiliari in Comune. Come riporta il quotidiano locale,

Sarà comunque sulle sue sferzanti accuse che si incentrerà la sorte giudiziaria della coppia, a cui l'imprenditore sostiene di aver «versato più di 600mila euro in cinque anni per evitare intoppi». Non solo, perché Leardini ha poi rincarato la dose svelando che «già da parecchi mesi avevo in più occasioni detto a Giacino di non sopportare più la pressante e continua richiesta di denaro che lo stesso mi faceva con riferimento alla mia attività imprenditoriale».

E' da questi pesantissimi sospetti che dovranno controbattere in udienza preliminare Giacino e la moglie, che stanno ancora attendendo che la Cassazione calendarizzi la discussione dei rispettivi ricorsi contro le attuali misure cautelari che li costringono in carcere (Giacino) e ai domiciliari (la consorte).

Giacino è in carcere dal giorno del suo arresto, avvenuto il 17 febbraio scorso, e nel corso dei mesi si è visto negare più volte la scarcerazione dal giudice per le indagini preliminari, nonostante in tentativi dei suoi avvocati. Il gip ha infatti disposto la sua permanenza dietro le sbarre per il pericolo di inquinamento delle prove, dati i suoi “numerosi contatti con personalità politiche veronesi”, avuti a più riprese anche successivamente le sue dimissioni del 15 novembre 2013.

UN ANNO DI INDAGINI PRONTE A CHIUDERSI: GIACINO E MOGLIE VERSO IL PROCESSO

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