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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Pastrengo / Via Piovezzano Vecchia

Verona, "cane preso a sprangate, infilzato con la forca e gettato nel fosso". Il pm: "Non è maltrattamento"

Arriva la decisione di archiviazione del procedimento penale contro i due allevatori che a luglio avevano reagito brutalmente contro il piccolo Rocky, che si era avvicinato troppo al pollaio. La Lav giura battaglia. Padrone allibito

Preso a bastonate, infilzato con una forca e gettato in un fosso. Lo credevano morto e l’hanno lasciato lì. Ma quel giorno, a Piovezzano di Pastrengo, c’erano alcuni testimoni che hanno assistito per intero alla scena agghiacciante e hanno fatto di tutto per salvarlo. Hanno chiamato i carabinieri, è stato avvisato il veterinario e le guardie zoofile dell’Opima. Laceranti i guaiti emessi dall'esemplare di un anno e mezzo, impossibile non notarli. Sull’ennesimo caso di maltrattamento degli animali è intervenuto il pubblico ministero della Procura di Verona, dopo la denuncia del padrone di Rocky, un cane da caccia che quella sventurata giornata del 13 luglio era sfuggito al suo controllo. Il pm ha comunque disposto l’archiviazione del procedimento penale perché ha ravvisato che non si tratta di violenza sugli animali.

A scatenare le ire di due allevatori era stato l’avvicinamento “pericoloso” del cane alle galline. Vicini di casa, tra l’altro, del padrone di Rocky, razza Breton. La richiesta d’archiviazione, disposta dal  pm Giuseppe Pighi, ha scatenato le reazioni della Lav, Lega anti-vivisezione, di Verona. “Nonostante la certezza dei fatti - spiega l’associazione animalista - la brutalità con cui si sono svolti e la mancanza di una plausibile motivazione che istigasse i due uomini a tanta efferatezza, il magistrato ignorando le deposizioni dei testi oculari e sposando acriticamente la versione dei due indagati, ha ritenuto giustificato l’uso della forza fisica per allontanare l’animale dalle vicinanze del pollaio e "punirlo" e ha quindi presentato la richiesta di archiviazione”. Per questo la stessa Lav, intervenuta come persona offesa nel procedimento, ha proposto, attraverso il suo legale Emanuela Pasetto, opposizione all’archiviazione, evidenziando che, anche se il cane avesse ucciso una gallina, come sostenuto dagli indagati ma non confermato dai tre testimoni oculari, “ciò non potrebbe in alcun modo legittimare la violenza di cui è stato vittima, né ritenersi lecita una siffatta “punizione” dell’animale, situazione ipotizzata dal P.M., come se il cane fosse in grado di comprendere i suoi “errori” e trarne le relative conseguenze”. Pertanto la sede territoriale dell’associazione ha presentato istanza al giudice per le indagini preliminari affinché disponga che venga formulato il capo di imputazione per il delitto di “tentato animalicidio” o, in subordine, di “maltrattamento di animali”, auspicando “una severa ed esemplare punizione dei due indagati”.

Secondo la ricostruzione della Lav, i due uomini, padre e figlio, dopo aver inseguito e raggiunto il povero animale inerme, lo avevano colpito con una violenza tale da ridurlo in stato comatoso. Infine, credendolo morto, lo avevano gettato in un campo. I carabinieri di Peschiera e le guardie zoofile dell’Oipa, chiamati sul posto dai testimoni della terribile scena, avevano immediatamente allertato i soccorsi per l’animale, che si è potuto salvare grazie alle tempestive cure veterinarie cui è stato sottoposto.

La decisione del pm ha lasciato anche senza parole il padrone di Rocky, come spiega su L’Arena:

«Rocky si è salvato solo perchè ha appena un anno e mezzo. Ma non è il cane di prima: è timoroso, non cerca più, ha paura di tutto, a caccia purtroppo non mi è d'aiuto. Ma non lo abbandonerò, è come un figlio per me. Quando mi è stata riferita la decisione del pm mi è venuto un attacco di rabbia. Se non è violenza sugli animali questa, commessa davanti a testimoni, cosa deve fare un uomo per essere penalmente perseguito? Sono un cacciatore, se uccido per sbaglio una specie protetta pago giustamente una multa salata e chi quasi uccide il mio cane la passa liscia? No, qui c'è qualcosa che non va».

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