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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

La camorra allunga le mani sulla sanità: scattano gli arresti dalla Campania a Verona

Secondo le indagini, il clan degli Zagaria aveva il pieno controllo nell'azienda ospedaliera 'Sant'Anna e San Sebastiano' di Caserta. Sono così scattate le manette per 24 persone, di cui 10 in carcere e 14 ai domiciliari

Secondo gli inquirenti, il clan camorrista Zagaria, fazione del più noto clan dei Casalesi che opera a Casapesenna (Caserta), aveva "la piena operatività" nell’azienda ospedaliera 'Sant’Anna e San Sebastiano' di Caserta e "una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare, sotto la regia dei boss della camorra casertana, tra appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria".

Questo è ciò che è venuto a galla dopo oltre due anni di indagini condotte dalla Dda di Napoli che ha portato questa mattina a 24 arresti da parte della Dia, di cui 10 in carcere e 14 ai domiciliari, avvenuti nelle provincie di Caserta, Napoli e Verona. L'operazione inoltre ha portato al sequestro preventivo di quattro ditte (che rispondono al nome di Odeia srl, R.D. Costruzioni, Luigi Iannone e Salvatore Cioffi), 18 immobili, 11 terreni, 3 autovetture, 1 box auto e quote societarie per un valore di complessivo di 12 milioni di euro. Nel Veronese gli uomini dell'Antimafia hanno agito a Garda. Proprio lì risultava residente un consulente aziendale 54enne, specializzato in distribuzione di macchine per caffè e bibite. Proprio la stessa azienda (bergamasca) che secondo le risultanze investigative avrebbe avuto accesso all'appalto per le macchinette nell'ospedale casertano. Il 54enne però a Garda non c'era. Lo hanno invece "pescato" a Modena.

Stando a quanto si apprende dalla Dda e dalla Dia, il sistema messo in atto dagli Zagaria riusciva a controllare e gestire, in regime di assoluto monopolio, gli appalti e gli affidamenti diretti di lavori all’interno dell’Ospedale casertano, sfruttando una serie di connivenze e collusioni. Gli Zagaria nel corso degli ultimi anni sarebbero piano piano riusciti a penetrare nel tessuto politico-amministrativo della struttura sanitaria casertana, diventando "un complesso apparato in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia, potendo contare sul potere derivante dalla preminente matrice mafiosa". Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire le attività dei Zagaria sfruttando testimonianze, documenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, registrazioni audio e video.

Secondo gli investigatori un ruolo centrale è stato svolto da Elvira Zagaria, sorella dell'ex primula rossa della camorra casalese, il boss Michele. A lei, dopo l'arresto di tutti i membri maschi della famiglia e dopo la morte del marito, Francesco Zagaria, negli ultimi due anni era stato affidato il compito di gestire gli ingenti capitali illeciti delle attività del clan. Per l'accusa, il gruppo criminale è nato nel 2006 quando Francesco Zagaria, cognato dell'allora boss latitante Michele, riuscì a far nominare dirigente generale della struttura ospedaliera un suo uomo di fiducia, Luigi Annunziata (deceduto recentemente), grazie al supporto politico dell'allora segretario regionale dell'Udeur. Secondo la ricostruzione eseguita dai magistrati, da quel momento in poi Zagaria assunse il controllo dell'assegnazione dei lavori all'interno del nosocomio, dando vita a un cartello di imprese legato alla cosca e attivo ancora oggi. Dopo l'implosione dell'Udeur, nel 2008, il gruppo Zagaria cercò una copertura politica nel Pdl attraverso Nicola Cosentino, per gli inquirenti loro referente politico fino al suo arresto nel marzo 2013.
"Un sistema collaudato - si legge in una nota - e sostenuto attraverso la nomina di dirigenti compiacenti e che garantiva, a sua volta, un pieno sostegno elettorale al partito che lo sosteneva".

Tra gli appalti dell'ospedale casertano nel mirino dei magistrati sono finiti quello della tinteggiatura del valore di 450mila euro; quello per la manutenzione da 150mila euro; la gestione degli ascensori costata oltre 1 milione di euro; l'affidamento di lavori per oltre 3 milioni di euro e la gestione del bar e macchinette distributrici di bevande e alimenti.

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