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Cronaca Zai / Viale del Piave

Verona, si becca 10 multe per la guida sulla corsia preferenziale: fa ricorso. Ma a vincere è il Comune

Erano state accertate le sanzioni per le quali il motociclista si era rivolto al giudice di pace sostenendo che andavano immediatamente contestate, che la segnaletica non era chiara e che le telecamere non erano autorizzate

Le sanzioni a chi percorre le corsie preferenziali, accertate attraverso i varchi elettronici anche fuori dalla Zona a traffico limitato, sono regolari. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha dato ragione alla polizia municipale di Verona, ribaltando il giudizio del tribunale che aveva archiviato nove delle dieci sanzioni accumulate da un motociclista che era transitato sulla corsia bus di viale Piave.

“Siamo soddisfatti che sia stato chiarito ogni dubbio – commenta il sindaco Flavio Tosi - respingendo le ipotesi di chi ritiene che l'accertamento dei transiti irregolari sulle corsie preferenziali fuori dalla Ztl non possa avvenire con le telecamere. L'operato della Municipale di Verona quindi è stato ed è pienamente legittimo”.

La vicenda risale al 2010, quando vengono accertate le dieci sanzioni per le quali il trasgressore aveva presentato ricorso al giudice di pace, sostenendo che la violazione andava immediatamente contestata, che la segnaletica non era chiara e che le telecamere non erano autorizzate. Il giudice di pace però non aveva accolto il ricorso e aveva confermato le violazioni. Il cittadino, convinto delle sue ragioni, si era rivolto al Tribunale di Verona, che nel marzo 2013 aveva ribaltato la decisione del primo grado, annullando nove delle dieci violazioni accumulate, ritenendo che i varchi elettronici non fossero omologati e che il loro utilizzo fosse possibile solo per controllare le zone a traffico limitato, e non anche le corsie preferenziali. La sentenza aveva richiamato l’attenzione dei mezzi di comunicazione e suscitato numerose polemiche, al punto da determinare anche un consistente innalzamento del numero di ricorsi presentati dai trasgressori.

Pochi giorni fa l'epilogo in Cassazione, che ha annullato il giudizio di secondo grado e confermato la piena legittimità dell'attività della polizia municipale.  

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