Erano stati arrestati a dicembre poichè ritenuti responsabili di un furto aggravato nell'appartamento, in centro storico a Verona, di una nobile milanese. Ora per la coppia di 41enni veronesi, la posizione si aggrava. Soprattutto per la presunta insofferenza a rimanere agli arresti domiciliari disposti dal giudice per le indagini preliminari, Laura Donati. Per questo è scattato nuovamente l'arresto e il trasferimento in carcere, in attesa del processo.

I due, di una contessa in corso Cavour, avevano svaligiato l’intero arredamento, compresi quadri, tappeti, lampadari, mobili d’antiquariato, suppellettili in argento, vestiti, libri antichi, porte, sanitari e marmi di valore "inestimabile", ma quantificabile sicuramente oltre il milione di euro. L’indagine dei poliziotti della squadra Mobile di Verona aveva permesso dapprima di individuare la donna, e successivamente il suo complice. Le perquisizioni eseguite nella casa della 41enne in un capannone industriale in uso al complice avevano permesso di recuperare l’intera refurtiva di dipinti e soprammobili. Gran parte dei mobili d’antiquariato erano invece già stati individuati da una ditta di traslochi padovana e in un garage a Verona in uso alla coppia.

Evidentemente gli arresti domiciliari andavano stretti ad entrambi: la donna, fin dai primi giorni di detenzione, noncurante delle prescrizioni imposte dal giudice si era più volte allontanata da casa e aveva ospitato ripetutamente persone "estranee" e pregiudicate. Lui, con l’intento di eludere i controlli di polizia, aveva presentato "richieste di autorizzazione per visite mediche in numero esorbitante rispetto alle reali necessità e aveva inoltre dichiarato di aver programmato da tempo un appuntamento con un consulente finanziario" che la polizia ha poi accertato non lavorare più da tempo all’istituto bancario indicato dal 41enne.

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