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Cronaca Pastrengo / Via XXX Aprile

Verona, assassinio a fucilate a Pastrengo: si apre la pista della tremenda "vendetta albanese"

Quella secondo cui in Albania vige il diritto di vendicare un proprio famigliare attraverso l’omicidio di un maschio fino al terzo grado di parentela. Il padre di Alban Lalaj, la vittima 41enne, aveva ucciso in patria nel 2003

“Non si esclude nulla”, avevano detto gli investigatori dei carabinieri. Nemmeno quella della vendetta. Ovviamente dopo l’efferato assassinio a Pastrengo di Alban Lalaj, l’operaio 41enne di origine albanese ritrovato morto per due fucilate a spalle e nuca, si era cominciato a scavare nel suo passato. La separazione con la compagna argentina, tornata in patria con il figlioletto di sei mesi, aveva fatto partire la pista del “delitto passionale” mentre i precedenti penali per droga a carico dell’uomo avevano indirizzato le indagini sul mondo dello spaccio.

Testimoni, amici e conoscenti avrebbero avuto diversi colloqui con i carabinieri di Peschiera che coordinano le indagini e sarebbe nata l’idea di una possibile “pista albanese” della vendetta: quella secondo cui in Albania vige il diritto di vendicare l’uccisione di un proprio famigliare attraverso l’omicidio di un maschio fino al terzo grado di parentela. E secondo le indiscrezioni pare che nel 2003 il padre di Alban avesse ucciso a Lehze un uomo, vicino di casa, a seguito di una discussione relativa ad una proprietà. Il Lalaj più anziano è morto di cancro, un anno fa, in Italia. E a regolare i conti del capofamiglia potrebbe essere stato realmente e suo malgrado il 41enne.

Alban è stato raggiunto da due colpi di fucile caricato a pallettoni giovedì scorso, ore 23e30 circa, mentre stava rientrando nella sua casa di Pastrengo, in via XXX Aprile. Risiedeva in Italia da una decina di anni e per quasi tutto il tempo aveva lavorato alla “Continental Nord” che si occupa di riparazione costruzione di macchine industriali. I vicini lo indicano come una persona calma e pacifica, che piaceva alle donne ma allo stesso tempo devoto alla sua compagna. Durante la gravidanza, Angela (questo il suo nome) si era ammalata di un tumore alla tiroide e il 41enne, secondo le testimonianze, si era preso cura di lei, accompagnandola volta per volta negli ospedali per visite. Come spiega il Corriere Veneto,

Non risulterebbero nemmeno le accuse di maltrattamenti continuati alla compagna da parte dell'albanese. Ci sarebbe una denuncia di Angela per un singolo episodio avvenuto durante una lite: la donna avrebbe dato uno schiaffo ad Alban, il quale avrebbe reagito dandole uno spintone. L'argentina, quindi, si sarebbe recata nella vicina caserma per sporgere denuncia, per poi ritirarla una volta riappacificatasi con il compagno

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