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Cronaca Borgo Trento / Via San Giovanni in Valle

Verona, "arrivano, si rifocillano e si allontanano": altri 35 profughi siriani ospiti in città e provincia

Gruppo atterrato al Catullo, tra venerdì e sabato notte, da Catania per sfuggire alla guerra. Fanno parte di coloro che sono stati intercettati dalle navi della marina militare nell’ambito di “Mare nostrum”, pattugliando le coste siciliane

Ne sono arrivati 35 di notte, tra venerdì e sabato. Profughi siriani atterrati al Catullo da Catania per sfuggire alla guerra del proprio Paese. Il gruppo fa parte di coloro che sono stati intercettati dalle navi della marina militare nell’ambito di “Mare nostrum”, pattugliando le coste della Sicilia. E Verona, da sempre in prima linea per offrire rifugio ai profughi, non si è smentita: altri 35 sono stati ospitati nelle strutture di città e provincia: la casa del “Samaritano”, la “Comunità dei giovani”, “Casa Betania”, “Corte Zaccaria” a Salizzole, l’ostello della Gioventà a Villa Francescatti, la comunità “Aquiloni”.

Il gruppo atterrato a Verona è stato infatti suddiviso ma alcuni, ospiti dell'ostello di San Giovanni in Valle, a Verona, dopo essere stati rifocillati e aver dormito qualche ora, si sono allontanati e hanno fatto perdere le tracce. Si tratta di persone perlopiù adulte, alcune sopra i 30 anni. Sarebbero oltre 170 le persone che da un paio di mesi sono state ospitate in tutta la provincia. Queste però non hanno alcun tipo d’obbligo e possono spostarsi liberamente quando vogliono. Si ipotizza infatti che i siriani siano già partiti verso altri Paesi europei per ricongiungessi con famiglie e parenti. Come spiega il Corriere Veneto

nei giorni scorsi i sindaci veneti sono andati a Roma e l’hanno detto a chiare lettere ai rappresentanti del Ministero dell’Interno presenti alla riunione: «A prescindere dal colore politico delle singole amministrazioni abbiamo bisogno di tempistiche certe sugli arrivi ma soprattutto di un coordinamento regionale che li gestisca distribuendoli equamente sul territorio». Che detto in modo più esplicito significa che sul fronte profughi ormai tutti i sindaci del Veneto sono in difficoltà. Gli spazi ma soprattutto le informazioni mancano. Sugli arrivi le voci di corridoio sui numeri si alternano ora dopo ora, le destinazioni pure. E sono proprio queste incertezze a mandare in crisi gli amministratori locali. I Comuni chiedono certezze. E proprio su questo fronte nei giorni scorsi è stato firmato un protocollo tra Governo e Anci. Che prevederebbe la distinzione tra «soccorso emergenziale» e la successiva accoglienza (e integrazione) nei Comuni.

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