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Cronaca Zai / Viale del Lavoro

Verona, "agguato" alle trans col fucile da soft air dall'auto in corsa: i 4 giovani mirano al risarcimento

Inseguiti da una delle vittime e fermati dalla polizia dopo la nottata di scorribande in Zai a Verona. Si beccano una denuncia e ora rischiano il processo per lesioni e violenza privata. Avvocati al lavoro per arrivare all'accordo

Con un mitra ad aria compressa, in auto e di notte, sparando pallini di gomma contro alcune trans sulla strada. Un “attentato” in cui era rimasta ferita una delle vittime ma che poi è finito molto male per i quattro giovani veronesi. In pochi minuti erano stati inseguiti da un’altra passeggiatrice ed era arrivata la polizia a fermarli. Portati in questura, erano stati denunciati a piede libero. Inecquivocabile la loro responsabilità in merito a violenza privata e lesioni: si erano filmati con il cellulare. L’episodio risale al dicembre 2013 e per queste loro gesta devono rispondere al giudice e alle vittime in tribunale. Le indagini non si sono ancora chiuse ma sembra che sulla vicenda si voglia mettere la parola “fine” attraverso un risarcimento danni. Sarebbero ancora in corso, infatti, i contatti tra i rispettivi avvocati (dei giovani e delle trans) per concordare la somma da corrispondere e arrivare all’eventuale processo (penale, vista la denuncia) con una carta in più da giocare. Il procedimento, come spiega L’Arena,

è ancora tutta da definire. Non si sa ancora se il pm Giuseppe Pighi imboccherà i tradizionali canali previsti dal rito ordinario o se, invece, sceglierà con i legali altre soluzioni che non comportino conseguenze penali a chi ora è iscritto nel registro degli indagati per quella notte di follia.

Possibile il ricorso ai servizi di volontariato per un certo periodo. Formula che consentirebbe, in base alla legge, una “rieducazione” dei quattro universitari.

L'AGGUATO: GIOVANI SPARANO ALLE TRANS IN CORSA DALL'AUTO IN CORSA

"SPARIAMO ALLE SQUILLO, VAI PIANO: A SINISTRA!" IL VIDEO CHOC

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