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Cronaca Borgo Roma / Piazzale Ludovico Antonio Scuro

In 4 Regioni (tra cui il Veneto) «raccomandato anticipare misure». Qual è la situazione?

Il ministro Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza: Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria diventano zona arancione, la provincia di Bolzano rossa. E il Veneto?

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato ieri, martedì 10 novembre, una nuova ordinanza con la quale cinque Regioni italiane hanno modificato il loro "status" in relazione alla pandemia da Sars-CoV-2. Si tratta nello specifico di Abruzzo, Basilicata, Liguria, ToscanaUmbria che da zone gialle sono tutte diventate arancioni. Inoltre, anche la Provincia autonoma di Bolzano ha cambiato "fascia di rischio" passando da gialla a rossa direttamente. E il Veneto?

La questione è abbastanza complessa, ma per il momento possiamo dire che ci sono altre quattro Regioni particolarmente attenzionate che, tuttavia, mantengono il loro status "giallo", vale a dire quello che ai sensi del Dpcm consente l'applicazione di misure restrittive soft. Da giorni ormai si parla però di un possibile cambio di fascia per Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e, appunto, anche il Veneto. Qual è la situazione reale?​

Analisi del rischio epidemia

Analisi del rischio epidemia

Nella conferenza stampa di ieri, martedì 10 novembre, il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro ha risposto così ad una domanda diretta in merito a queste quattro Regioni gialle:

«Laddove trovo un "rischio alto" e lo classifico nello "scenario 4", quindi con Rt sopra 1.5 adotto delle ulteriori restrizioni, laddove trovo un "rischio alto" con Rt da "scenario 3" adotto ulteriori restrizioni che vanno a complementare le altre restrizioni.

Detto questo, nell'ultimo rapporto la cabina di regia rafforzata nel parere anche dal Comitato tecnico scientifico dice: "Attenti perché ci sono quattro Regioni che hanno questa soglia, quindi sono anche a rischio di evolvere verso il livello alto, forse è bene anticipare delle misure, perché sono in una situazione che potrebbe presto evolvere nell'altro sistema". Da questo punto di vista lo scenario è molto ben definito e dà delle raccomandazioni sull'anticipare alcune possibili misure».

Silvio Brusaferro 10 novembre 2020 Istituto Superiore di Sanità

Tra le quattro Regioni prossime ad evolvere verso il livello "alto" di rischio vi è il Veneto. Ma qual è l'attuale situazione dellla Regione? Di fatto l'ultimo monitoraggio ci riporta un Rt = 1.56, il che nelle parole del presidente ISS Brusaferro e come confermato nel report di monitoraggio settimanale, iscrive il Veneto in uno scenario di "tipo 4", secondo appunto la ripartizione in quattro scenari epidemiologici descritta nel documento dell'ISS dal titolo "Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale". Qual è però il livello di rischio ad oggi della Regione Veneto? Al momento è ancora definito come "rischio moderato", motivo per cui il Veneto è tuttora zona gialla. Cerchiamo di capire più a fondo le cose.

Veneto - Aggiornamento epidemiologico al 7 novembre 2020

Veneto - Aggiornamento epidemiologico al 7 novembre 2020

Nel citato documento ISS lo scenario 4 è descritto in questo modo:

  • «Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo».

Allo stesso modo la classificazione del livello di rischio "moderato" è così tratteggiata:

  • «Obiettivi: contenimento e repressione focolai. Interventi: Interventi Ordinari + Interventi straordinari in singole istituzioni (es. scuole) o aree geografiche limitate».

Le cose cambierebbero però di molto se si passasse ad un livello di rischio "alto" che è appunto la tendenza indicata nelle parole del presidente dell'Istituto Superiore di Sanità anche per il Veneto. Una volta raggiunto il livello di rischio "alto", infatti, ciò che accade è questo:

  • «Obiettivo: Mitigazione della diffusione del virus. Interventi: Interventi straordinari estesi (restrizioni locali temporanee su scala sub-provinciale)».

Nell'ultimo documento di monitoraggio settimanale, la situazione complessiva in Italia viene presentata con queste parole: «Tutte le Regioni/Province Autonome sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane». Il Veneto, evidentemente, rientra in quest'ultima casistica: il rischio è "moderato", ma le previsioni sono di progredire nelle prossime settimane verso rischio "alto", il che come visto implicherebbe restrizioni più severe. Allo stesso modo il Veneto è compatibile con uno scenario di "tipo 4", cioè quando gli «Rt regionali» sono «significativamente maggiori di 1,5» (Rt, da leggersi Erre con t, descrive il tasso di contagiosità del virus nel corso del tempo e a fronte di misure atte a contenerne la diffusione). Di qui anche l'ipotesi di fatto annunciata dal governatore Zaia di provvedere ad un'ordinanza anti-assembramenti per cercare di contenere questa tendenza negativa. 

Sempre nel monitoraggio settimanale di tutte le Regioni, per il Veneto vengono indicati questi due parametri fondamentali: 

  • Al punto "3.8" della tabella di valutazione è preso in considerazione il «Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva per pazienti COVID-19» che per il Veneto è pari al 12%
  • Al punto "3.9" della tabella di valutazione è preso invece in considerazione il «Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19» che per il Veneto è pari al 14%

In relazione al tasso di occupazione delle terapie intensive, si tenga presente che la soglia di allerta è considerata essere quella del 30%, mentre per ciò che riguarda l'area medica (o area non critica) è quella del 40%. Nel monitoraggio settimanale, per il Veneto è indicata in oltre il 50% la «probabilità di una escalation a rischio alto nei prossimi 30 giorni» per entrambi questi fattori. In sostanza, per il Veneto c'è oltre il 50% delle possibilità che nel prossimo mese il tasso di occupazione nelle Terapie Intensive superi la soglia critica del 30% e che il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti Covid superi la soglia critica del 40%. 

Monitoraggio settimanale - Dati  settimana 26 ottobre - 1 novembre 2020

Monitoraggio settimanale - Dati  settimana 26 ottobre - 1 novembre 2020

Altro aspetto da tenere in considerazione sono le cosiddette soglie di "allerta" riferite ai 21 indicatori sulla base dei quali vengono stabiliti appunto i "livelli di rischio" per ciascuna Regione. L'ISS spiega che «una volta raccolti i dati, ognuno dei quali ha delle soglie di "allerta", e verificata la qualità degli stessi, si effettua un’analisi attraverso due algoritmi, uno per la probabilità ed uno per l’impatto. Combinando i risultati di questi in una matrice di rischio (allegata al DM Salute 30 aprile 2020) si calcola il livello di rischio stesso. Qualora si riscontrino molteplici allerte relative alla resilienza territoriale, il livello di rischio deve essere elevato al livello di rischio immediatamente successivo». Ad oggi il Veneto, nell'ultimo monitoraggio, vede un'unica «allerta», relativa alla «percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il re-testing degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese». Tale indicatore è infatti segnalato nella tabella del monitoraggio settimanale «in aumento e sopra 30%».

Allerta Veneto Indicatore 2.1

Indicatore 2.1

In conclusione, quanto è possibile affermare oggi per il Veneto è che non vi è la prospettiva immediata di una nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che stabilisca il cambio di fascia, in arancione o peggio ancora rossa, ma solo il "suggerimento" o, per riprendere le parole del presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, delle «raccomandazioni sull'anticipare alcune possibili misure». La nuova ordinanza regionale che il governatore Luca Zaia sta elaborando, per quanto «pensata in autonomia», è evidente s'inscriva in questo scenario e miri appunto ad evitare il cambio di "fascia" (o di colore) per la Regione Veneto che, altrimenti, i numeri sembrerebbero prevedere essere scontato nelle prossime settimane. 

Italia divisa dai colori 11 novembre 2020

L'Italia divisa dai colori - 11 novembre 2020

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