Velok, infiamma la polemica ma il Comune rilancia: altri 5 in arrivo
Una nota del Ministero dei Trasporti non li considera dissuasori e afferma che devono sempre essere accompganti dall'opportuna segnaletica ma i dati danno ragione all'amministrazione comunale
Una nota del Ministero dei Trasporti, per la precisione la numero 4295, afferma questo: "Poiché non possono essere qualificati come impianti, questi dispositivi non potranno essere ricondotti alla futura nuova disciplina, l'eventuale impiego come componenti della segnaletica non può essere autorizzato. L'unico impiego consentito è quello che prevede al loro interno un misuratore di velocità". Il soggetto in questione è il Velok, o Speed Check, o colonnine antivelocità, quei contenitori arancioni installati in alcuni punti "strategici" per contenere autovelox e dissuadere i guidatori dal "piede pesante".
LA POLEMICA - Il comune di Verona ne ha finora installati cinque: due in tangenziale nord, una in via Bonfadio, in via Lugagnano e in via Bassone. Finora questi Velok hanno sanzionato 1800 infrazioni del codice della strada e contribuito anche a ridurre sensibilmente il numero degli incidenti nelle zone in questione. La nota del ministero però lascia intendere che è illegittimo utilizzarli per scoraggiare l'alta velocità, ma che il loro utilizzo deve essere quello di misurarla ed eventualmente sanzionarla. Le associazioni dei consumatori prometto battaglia in tal senso e preparano i ricorsi.
I DATI - Le statistiche però danno ragione all'amministrazione comunale. Infatti l'arrivo dello Speed Check sulla tangenziale nord ha portato il numero di sinistri dai 47 del 2011 ai 22 del 2012, mentre in nel tratto specifico in prossimità del sottopasso di Albere si è passati dai 13 ai 4.
IN ARRIVO - A Palazzo Barbieri non si curano più di tanto di queste polemiche e preparano l'installazione di altri cinque Velok in via Valpantena, in via Sommacampagna, in via Preare, in via Palazzina e sulla strada Bresciana.