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Cronaca Valverde / Piazza Renato Simoni

Vaccinazioni, manifestazione in città ma Federfarma appoggia il Governo

In piazza Brà, domenica pomeriggio si promuoverà la libertà di scelta e il Popolo della Famiglia grida il suo "No allo Stato di polizia sanitaria" ma Bacchini incalza: "Un segno di civiltà contro insensatezza"

Anche a Verona, la discussione sull'obbligo imposto dal Governo per le vaccinazioni continua ad essere accesa
Corvelva, il Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni, ha promosso per la giornata di domenica una manifestazione per la consapevolezza dei vaccini e la libertà di scelta, che si terrà in piazza Brà dalle ore 15 alle ore 19. A questa, fanno sapere gli organizzatori, parteciperanno Giorgio Gustavo Rosso, Giorgio Alberto Tremante, Ferdinando Donolato, l'Onorevole Zaccagnini e il dottor Dario Miedico, oltre a circa un migliaio di famiglie veronesi. 

Chi invece difende la linea seguita dall'Esecutivo è Federfarma Verona, che vede i vaccini obbligatori come "Un segno di civiltà contro insensatezza". 

Rendere obbligatori i vaccini in età scolare è un segno di civiltà e di rispetto della convivenza oltreché un corretto atteggiamento sanitario. Per questi motivi l’Associazione che rappresento approva la decisione del Governo presa anche per allinearci agli standard degli altri Paesi dell’Unione Europea – dichiara Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona -. La copertura vaccinale è necessaria affinché non tornino nel nostro territorio malattie gravi, alcune delle quali anche mortali come il morbillo, che erano state completamente debellate proprio dai vaccini e quindi la situazione fino ad oggi rappresentava un passo indietro nel percorso della scienza alimentato anche da una informazione non corretta.
La soglia da raggiungere è quella del 95% di copertura, come da indicazioni dell’OMS, e in Italia la media delle 20 regioni evidenzia che tutte le malattie in esame si trovano al di sotto di questa percentuale con incredibili picchi negativi come quello della varicella dove la copertura non raggiunge il 31%.
La politica della vaccinazione è funzionale a tutti: dai bambini alle famiglie, dagli operatori scolastici a quelli sanitari che quotidianamente si trovano a stretto contatto con i pazienti, quindi all’intera comunità.

La modalità front office, e oltretutto sotto casa, fa sì che la farmacia offra la prima e più immediata risposta sanitaria al cittadino. Ed è proprio per la sua accessibilità e capillarità che i messaggi informativi hanno un vasto impatto sulla popolazione. Sarebbe quindi decisivo, proprio in questo delicato ambito, che la campagna divulgativa sulle vaccinazioni vedesse la farmacia in prima linea previa la necessaria formazione e la distribuzione di materiale istituzionale, ma anche di precise linee guida circa le modalità corrette per sfatare i luoghi comuni che dirottano, specie i genitori, verso scelte davvero poco consapevoli.

Definisco fondamentale il ruolo delle farmacie, dei medici di medicina generale e dei pediatri perché non è sufficiente imporre per ottenere un risultato, è necessaria la motivazione, grazie anche ad una progettualità in stretta sinergia con Regione e Aziende Ulss. In un futuro non remoto, vedi alcuni esempi europei, le farmacie proprio per diffondere quanto più possibile la cultura della prevenzione, potrebbero essere coinvolte anche nella somministrazioni del vaccino. È sottinteso che propedeutico debba essere uno specifico programma di formazione rivolto agli operatori sanitari al termine del quale il farmacista venga indicato da campagne informative mirate come professionista preparato, disposto e disponibile a tale procedura.
Purtroppo – conclude Bacchini - si è perso del tempo prezioso, ma se si lavora insieme si possono riguadagnare i brillanti risultati di qualche anno fa, prima del “terrorismo” diffuso da qualche interesse particolare e da una stampa strumentale a volte forse non preparata.

Una critica all'operato del Governo arriva invece dal Popolo della Famiglia. Il gruppo afferma di condividere l'esigenza di arrivare ad una vaccinazione obbligatoria per garantire la salute dei cittadini, soprattutto dei più piccoli, ma contesta le modalità del nuovo decreto legge e grida il proprio "No allo Stato di polizia sanitaria". 

"La vaccinazione - ha dichiarato Filippo Grigolini, farmacista, candidato sindaco di Verona per il Pdf - come condizione per essere iscritti a scuola, pena le sanzioni pecuniarie previste per i genitori che si rifiutano di aderire e la radiazione dall’albo dei medici per quei professionisti che non accettano, è un’imposizione che lede i diritti dell’uomo al dissenso e si frappone in modo coercitivo al dovere delle famiglie di essere centrali nelle scelte che riguardano i loro figli. Quali sono i veri interessi di questa imposizione?".

Grigolini ritiene inoltre, che "se da una parte si vuole lo Stato al minimo per quanto riguarda l’economia, lo si pretende al massimo sui temi etici e sulla salute: Stato 'pappone', perché dovrebbe legalizzare la prostituzione; Stato spacciatore, perché dovrebbe gestire la liberalizzazione delle droghe leggere; Stato assassino, perché dovrebbe garantire il dovere di morire (eutanasia), e imporsi sul diritto a nascere (aborto). E adesso anche Stato di polizia sanitaria che vincola l’accesso alla scuola alle vaccinazioni. Senza contare che poi - ha concluso Grigolini - una volta passato il metodo, chi ci tutelerà da eventuali vaccinazioni a 360 gradi? E chi tutela la collettività dall’effetto degli stessi vaccini? Il delicato argomento della salute pubblica si risolve unicamente con un vero dialogo tra le famiglie, la scuola e le istituzioni".

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