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Usura ed estorsione, gli affari di famiglia del clan Giardino nel veronese

La Guardia di Finanza ha arrestato cinque membri. Prestavano piccole somme di denaro ad imprenditori in difficoltà e poi applicavano interessi dal 300% in su, minacciando i debitori se non pagavano

Usura ed estorsione come affari di famiglia. Questa la tesi della procura di Verona, rivelata da Laura Todesco del Corriere, alla base dei recenti arresti operati dalla Guardia di Finanza scaligera nei confronti di alcuni membri della famiglia Giardino. Cinque le persone finite in carcere, due indagate a piede libero, tutti imparentati tra di loro e facenti parte del clan divenuto noto nel veronese dopo l'inchiesta del programma di Rai3 Report.

Ma sui Giardino non si erano concentrate solo le attenzioni giornalistiche. Già l'operazione Premium Deal sempre delle Fiamme Gialle li aveva interessati e in parte colpiti. A quell'operazione si è ora aggiunta l'ultima portata a termine nella notte tra il 17 e il 18 novembre.

Usura ed estorsione praticate attraverso minacce che il gip ha descritto come "pesanti, dirette e non equivoche". Ed effettivamente dalle carte dei magistrati emergono messaggi inviati via whatsapp o tramite social network in cui si faceva ben capire cosa sarebbe successo ai creditore se non avessero pagato: violenza fisica o addirittura la morte, come scritto da uno degli arrestati ("quando picchio i cristiani li lascio per terra").

Imprenditori di Villafranca, Sona o della Valpolicella che si sono fatti prestare dalla famiglia Giardino piccole somme di denaro, su cui poi si sono visti applicare tassi d'interesse a partire dal 300%. Imprenditori terrorizzati dai proprio creditori che oltre al denaro hanno estorto anche beni di lussi come auto oppure gioielli.

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