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Accusato di aver fatto la cresta sui ticket per i bus, patteggia un anno e quattro mesi di pena

Verso l'ex dipendente di Amt era stata mossa l'accusa di aver sottratto illecitamente soldi all'azienda, impiegando un meccanismo truffaldino di riscossione del denaro per i biglietti

Avrebbe fatto la cresta sui biglietti destinati agli autobus turistici, rilasciati di volta in volta agli autisti per l'accesso alla zona a traffico limitato di Verona. Questa l'accusa rivolta nei confronti di un 49enne ex dipendente di Amt che lavorava presso il parcheggio Centro all'ex Gasometro. La vicenda giudiziaria è stata resa nota quest'oggi sulle pagine de L'Arena, svelando il trucco con il quale l'ex lavoratore dell'Azienda Mobilità Trasporti di Verona avrebbe "arrotondato" il suo stipendio. 

Il meccanismo utilizzato sembrerebbe essere stato tutto sommato piuttosto semplice: all'uomo sarebbe infatti bastato rilasciare agli autisti una ricevuta regolare con importo di 55 euro, ma sulla copia ricalcata che veniva poi consegnata all'azienda, avrebbe invece fatto risultare l'importo pari a 15 euro riferito ad un'altra tipologia di biglietto. Così facendo, ad essere intascata in modo truffaldino sarebbe stata la differenza di 40 euro.

Una volta scoperto, l'ex dipendente poi licenziato da Amt, aveva provato a giustificarsi sostenendo che la pratica non era una consuetudine ma che il trucco sarebbe stato messo in atto soltanto una volta. Ad essergli contestati sono però tre episodi per un ammanco totale di 120 euro e nella giornata di ieri, nel corso dell'udienza preliminare, l'ex lavoratore di Amt ha patteggiato una pena di un anno e quattro mesi di carcere con sospensione condizionale della stessa. 

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