Ucciso a caccia: "D'ora in poi controlli inflessibili"
L'ordine dell'assessore provinciale Venturi: "Voglio tutti i poliziotti a controllare le campagne"
“Misure di maggior controllo, più intransigenza. Certe cose non devono più ripetersi”. Più che un appello, un vero e proprio aut-aut, quello dell’assessore alle Politiche faunistiche, Fabio Venturi, in merito all’incidente di caccia che, ieri mattina, è costato la vita a Enzo Marconi, 47enne di Monte Sant’Ambrogio di Valpolicella. Verso le dieci, a cava Bonaldi, è stato centrato da un colpo di fucile caricato a pallettoni. A sparare, col calibro 6, è stato l’amico di una vita, quello stesso Carlo Zorzi, 66enne pensionato, con il quale Marconi era uscita per una battuta di caccia l’indomani dell’apertura stagionale. Voleva colpire una lepre, intravista tra i cespugli.
“È stata una tragica fatalità e il mio pensiero va alle due famiglie coinvolte- commenta Venturi- Ora aspetto l'esito delle indagini dei carabinieri per capire la dinamica dell'incidente, nel frattempo però ho già predisposto delle misure di maggiore controllo del territorio. Un giro di vite che, ci tengo a precisare, avevo già deciso di mettere in pratica”.
Continua Venturi: “L'incidente di oggi ha solo accelerato i tempi: voglio tutti gli agenti della Polizia provinciale fuori a controllare i cacciatori. I nostri agenti avranno il mandato di essere inflessibili e durissimi con chi non rispetta le regole, dalla banale sanzione amministrativa ai provvedimenti più gravi. La caccia è una passione e va difesa, ma dato che c'è l'impiego delle armi non possiamo transigere e soprattutto non va dimenticato il buon senso. Una delle cose che verranno controllate e sulle quali abbiamo frequenti segnalazioni dei cittadini riguarda il rispetto delle distanze. Ricordo che devono essere rispettati 150 metri di distanza dalle case e della strada”. Ora toccherà ai carabinieri di Caprino, ricostruire l’intera faccenda e fornire gli ultimi accertamenti, anche se, precisano dal Comando, la “situazione appare abbatsanza chiara. Si tratta di un’errore fatale su cui pende un’accusa di omicidio colposo”.