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Venerdì, 19 Aprile 2024

Clienti truffati con promesse di guadagni online: sequestrati beni per 30 milioni e 4 indagati

L'indagine della guardia di finanza scaligera ha portato inoltre a perquisizioni nelle città di Roma e Verona, nelle rispettive province e anche in quella di Savona: al centro dell'indagine una piattaforma web interessata da numerose denunce dei consumatori

È scattato nella mattinata di mercoledì 22 marzo il sequestro preventivo da parte dei finanzieri del comando provinciale di Verona, dopo il provvedimento emesso dal gip scaligero su richiesta della Procura, dei beni riconducibili ad una società veronese ed al suo amministratore residente in provincia di Roma, il quale risulta indagato, insieme ad altre 3 persone, per i reati di truffa in danno dei consumatori ed evasione fiscale.
L'operazione "Scamyou" ha portato anche a perquisizioni avvenute nelle città di Roma e Verona, nelle rispettive province e anche in quella di Savona, sempre nei confronti dei 4 individui accusati e delle 3 società che sarebbero coinvolte, portando al sequestro di numerosa documentazione cartacea ed informatica.
Per quanto riguarda la tutela dei consumatori, si è inoltre messo in moto il Nucleo Speciale Antitrust della guardia di finanza di Roma, per consentire le valutazioni del caso da parte dell'autorità garante per la Concorrenza ed il Mercato.

L'indagine ha preso il via dopo le numerose denunce presentate dai clienti dell'impresa, operante su larga scala attraverso il web. Svolgendo i necessari approfondimenti, le Fiamme Gialle avrebbero scovato l’articolato sistema che sarebbe stato messo in atto dalla società, con uffici in provincia di Verona ed operante sul web attraverso una propria piattaforma: questa vendeva online vari pacchetti promozionali che garantivano l’accesso a diversi servizi, con un sistema definito "piramidale" dalle forze dell'ordine che sarebbe stato finalizzato al reperimento di notevoli somme di denaro ai danni dei numerosi clienti, sia sul territorio nazionale che estero.

Entrando nel dettaglio, l'attività investigativa avrebbe permesso alla guardia di finanza di portare alla luce l’operatività di quella che viene indicata come una vera e propria organizzazione che, grazie alla costituzione di una società di vendita online, sarebbe stata dedita alla raccolta di denaro dai clienti con la promessa di riconoscere loro, a scadenze prefissate, dei crediti triplicati rispetto al capitale impegnato.

Guardia di finanza - Operazione Scamyou-2

Grazie alle caratteristiche del sistema di vendite utilizzato e per gli allettanti e rapidi guadagni promessi, questa attività commerciale avrebbe attirato centinaia di consumatori, anche per il modo in cui venivano reperiti gli investimenti e reclutati gli investitori/consumatori, mettendo però in evidenza, secondo le accuse mosse dalle Fiamme Gialle, una vera e propria truffa a danno di questi ultimi, i quali nella buona parte dei casi non avrebbero ricevuto né i prodotti acquistati, né avuto il rimborso dei crediti maturati.

Le meticolose indagini svolte avrebbero consentito di appurare inoltre che le ingenti somme di denaro percepite dalla società non sarebbero state dichiarate al fisco. L'amministratore dunque si sarebbe reso responsabile sia delle omesse dichiarazioni fiscali, che di presentazione di dichiarazioni fiscali infedeli, oltre che di utilizzo di fatturazioni per operazioni inesistenti, grazie alla contestuale costituzione di dedicate società “di comodo” riconducibili agli stessi indagati, le quali avrebbero avuto funzioni di mere “cartiere” con il compito di fatturare delle operazioni fittizie.

Alla fine l'attività avrebbe permesso di ricostruire un’evasione delle imposte, sia IRES che IVA, per un importo complessivo, relativo agli anni 2020 e 2021, di circa 30 milioni di euro.

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