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Truffa ai danni della A22, 12 denunciati: perquisizioni anche a Verona

Una cinquantina di perquisizioni eseguite in otto regioni e oltre un milione di euro sequestrato: sono questi i numeri dell'operazione "Tarantella", scattata da Trento il 27 marzo, che ha toccato anche il capoluogo scaligero

È scattata all'alba del 27 marzo l’operazione “Tarantella”, che ha portato il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trento e la Polizia di Stato del Compartimento Polizia Stradale di Bolzano, a denunciare 12 persone, oltre ad eseguire una cinquantina di perquisizioni in tutta Italia ed un provvedimento di sequestro preventivo per oltre un milione di euro, emesso dal Gip del tribunale di Trento. 
125 militari delle Fiamme Gialle e 30 operatori della Polizia Stradale, coordinati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza trentina e dal Compartimento della Stradale Trentino – Alto Adige e Belluno, sono stati impiegati nel blitz che ha toccato otto regioni italiane (Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Campania) e portato a sequestri nei confronti degli autori di un’articolata truffa milionaria che sarebbe stata attuata nei confronti della società che gestisce l’autostrada A22 “del Brennero”.
Le perquisizioni hanno interessato le province di Trento, Verona e Brescia (dove hanno operato congiuntamente Guardia di Finanza e Polizia Stradale) nonché di Pavia, Reggio Emilia, Modena, Pisa, Roma e Avellino, dove le Fiamme Gialle di Trento hanno operato avvalendosi della collaborazione dei locali reparti del Corpo.

Il tutto ha preso il via dagli indizi raccolti dalla Polstrada di Trento, che avrebbe acquisito informazioni circa possibili azioni illecite di tipo fiscale, compiute da una delle imprese private che gestisce in appalto punti vendita presso alcune aree di servizio collocate lungo l'A22. Trattandosi di violazioni che riguarderebbero l’omessa contabilizzazione degli incassi, la Stradale ha informato il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trento, con il quale è iniziata nell’agosto del 2018 un’attività investigativa congiunta, che successivamente ha interessato la Procura Distrettuale della Repubblica locale. 
Gli approfondimenti che ne sono nati, avrebbero consentito alle forze dell'ordine di portare alla luce un articolato sistema truffaldino organizzato dai vertici di una società privata, con sede legale in Campania, che gestisce in appalto punti vendita siti in alcune delle aree di servizio della Autobrennero. Il sistema di frode era strutturato in modo da evitare di pagare la percentuale di diritti dovuti dalla società alla A22 in base al contratto di gestione dei punti.

La presunta società truffatrice, in sostanza, avrebbe dovuto pagare delle somme percentuali variabili a seconda del tipo di bene venduto, che andavano dal 5%, se si trattava di prodotti tipici locali, al 49% per altri tipi di beni di consumo; per limitare al massimo l’importo dei diritti da corrispondere la società indagata avrebbe messo a punto vari sistemi:

  • omettere l’emissione degli scontrini nei momenti di maggior afflusso della clientela;
  • “passare” spesso i prodotti venduti per prodotti tipici locali, anche quando non lo erano, in modo da pagare sempre il diritto più basso (5%) in luogo delle percentuali che, a seconda del bene, andavano dal 27% al 49%;
  • in alcuni casi, i prodotti sarebbero stati fittiziamente “passati” per quelli sui quali l’Autobrennero non richiedeva contrattualmente una percentuale di vendita (CD musicali, libri, riviste e generi di monopolio).

Per fare questo, sarebbero stati modificati i software dei registratori di cassa, creando un tasto che recava il nome di fantasia di un prodotto (il nome era “panciotto” o “capriccio”) battendo il quale, a seconda delle necessità, venivano registrati come beni “esenti” da diritti dei prodotti soggetti a royalties e Iva ordinarie facendoli quindi passare contabilmente con un’aliquota Iva ridotta (alimentari e prodotti tipici locali) o assente (quali materiali editoriali, generi di monopolio, ecc.).

Per regolamentare il flusso degli scontrini battuti e non battuti, i vertici della presunta società truffaldina si sarebbero basati sulle giornate in cui i dipendenti della A22 effettuavano o meno dei controlli sui volumi di vendita per il calcolo delle royalties dovute contrattualmente: in base alla presenza o meno di controlli, i truffatori sarebero stati soliti comunicare agli addetti alle casse, con un linguaggio convenzionale, che il giorno era da “luce rossa” (e quindi gli scontrini andavano in linea di massima battuti) o da “luce verde” (e quindi si poteva omettere di rilasciarli). Al vaglio degli investigatori anche la posizione della commercialista, con sede ad Avellino, di riferimento della società indagata per verificarne il livello di coinvolgimento nell’architettura della truffa. Le indagini puntano anche ad acclarare se le informazioni circa le giornate in cui il personale della società Autobrennero svolgeva i propri controlli, venivano comunicate da dipendenti "infedeli" della società stessa; sono anche in corso approfondimenti per valutare l’estensione del sistema truffaldino in tutti i punti vendita della società indagata, che hanno sede nelle sette regioni interessate dalle perquisizioni, e sono collocati anche in strutture pubbliche ospedaliere (a Trento è stato interessato il Santa Chiara).

Gli indagati dell’operazione “Tarantella” sono attualmente dodici e sono accusati a vario titolo di dichiarazione fiscale fraudolenta, truffa aggravata ai danni dello Stato, corruzione e autoriciclaggio. La truffa, per quanto finora ricostruito, avrebbe permesso ai gestori, negli ultimi 2 anni, di sottrarre alla Autostrada del Brennero S.p.A. e, quindi, agli Enti pubblici che la partecipano all’85% circa, oltre 1,1 milioni di euro. Per questo, la Procura Distrettuale della Repubblica di Trento ha richiesto ed ottenuto, dal Gip, l’emissione di un decreto di sequestro preventivo, che ha permesso agli inquirenti di cautelare depositi bancari e contanti, per  1.121.427 euro, equivalenti all’importo del danno accertato.

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