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Cronaca

Truffa a 522 Comuni, guai per commercialista veronese

Chi voleva aprire un bar o un ristorante veniva "dirottato" verso chi forniva loro documenti falsi

Avevano aperto bottega in un batter d'occhio, ma altrettanto velocemente hanno dovuto chiudere le serrande centinaia di bar e ristoranti, gestiti per lo più da immigrati, che avrebbero truffato 552 Comuni italiani con falsi certificati per il commercio (Rec). Solo in Veneto sono 216 le amministrazioni municipali cadute nella rete.

A canalizzare il flusso di documenti irregolari anche uno studio commercialista veronese che, assieme ad altri quattro studi tra Padova e Vicenza, avrebbe indirizzato gli aspiranti esercenti verso chi avrebbe potuto, illegalmente, "alleggerire" la macchina burocratica. La Finanza ha già chiuso circa duecento tra bar, ristoranti, pizzerie e negozi di parrucchiera "taroccati", denunciando 1.600 persone. L'operazione coinvolge 18 regioni italiane. Ad aiutare la compravendita clandestina c'erano numerosi "caporali", soprattutto asiatici, incaricati di raccogliere le adesioni all'illecito commercio di attestati e cercare nuovi clienti.

I reati vanno dal favoreggiamento all'immigrazione clandestina (il Rec serve per lavorare, e consente di avere il permesso di soggiorno), dalla frode fiscale al falso in atto pubblico. Per conseguire il Rec, necessario per somministrare pasti e bevande, bisogna frequentare un corso professionale di 120 ore. Per "accorciare" i tempi bastava affidarsi all'organizzazione, sborsando somme fino a 1.800 euro.

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