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Cronaca Valverde / Via Salvo D'Acquisto

Raccoglievano rifiuti nel Pratese e li stipavano in capannoni veronesi in disuso

I rifiuti consistevano in pelle e ritagli tessili che non subivano alcuna operazione di trattamento e recupero. Oltre al Veronese, coinvolti anche altri territori veneti, toscani e campani

Erano scarti tessili i rifiuti prodotti dalle industrie manifatturiere della provincia di Prato che venivano stipati illegalmente in capannoni abbandonati del Veronese e di altri territori tra la Toscana (nelle province di Prato di Pistoia), della Campania (nella provincia di Salerno) e del Veneto (oltre alla provincia di Verona, anche quelle di Padova, Vicenza e Rovigo). Il traffico illecito di rifiuti è stato scoperto grazie agli accertamenti del nucleo operativo ecologico (Noe) di Firenze e la direzione distrettuale antimafia fiorentina ha emesso 25 avvisi di conclusione indagini a carico 19 persone e 6 aziende, come riportato da Firenze Today. Tre i principali reati ipotizzati dagli investigatori: associazione per delinquere finalizzata al compimento di un traffico organizzato di rifiuti, truffa e gestione illecita di rifiuti.

Le investigazioni sono partite da un precedente controllo dei Noe di Firenze ad un'azienda pratese che gestiva rifiuti. Diverse le violazioni ambientali scoperte dai militari. Violazioni che hanno portato ad otto avvisi di garanzia per coloro che gestivano l'impianto e per dei consulenti ambientali. La ditta ha così cambiato proprietà ed anche se risultava intestata ad una ragazza residente in Lombardia era gestita da due uomini non residenti in Toscana con la complicità di un imprenditore del Pistoiese.
I nuovi gestori non avevano esperienza nella gestione dei rifiuti e non avevano neanche le abilitazioni ed i permessi necessari, ma attraverso prezzi molto bassi sono riusciti ad imporsi nel mercato pratese ritirando pelle e ritagli tessili. Questi rifiuti sono stati prima accatastati nel fabbricato dell'azienda, senza alcuna operazione di trattamento e recupero. Ma quando l'intero capannone si è riempito fino al soffitto, i responsabili hanno cercato nuove destinazioni. All'inizio hanno trovato una soluzione costosa, spedendo gli scarti tessili in inceneritori all'estero. Poi hanno percorso la strada più breve, arrivando ad occupare i capannoni in disuso del Veneto.
Questo traffico illecito è durato per circa tre mesi, prima dell'intervento dei carabinieri. Ma in questo tempo, gli indagati sono stati in grado di smaltire illecitamente mille tonnellate di rifiuti, ottenendo un profitto che si aggira intorno ai 250mila euro.

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