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Cronaca San Massimo

Traffico illecito di rifiuti e discariche abusive: la maxi-operazione del NOE tocca San Massimo

Nella mattinata del 20 ottobre i carabinieri hanno eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare e sequestrato 7 aziende operanti nel campo del trattamento dei rifiuti, con 9 capannoni industriali e vari automezzi

Oltre 400 carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico impegnati, 16 ordinanze di custodia cautelare eseguite e 7 aziende sequestrate. Rifiuti che arrivavano un po’ da tutto il Nord Italia per un totale di 24mila tonnellate e venivano stipati in capannoni dismessi trasformati in enormi discariche abusive. Le indagini condotte dal Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Milano e coordinate dalla DDA lombarda, hanno consentito di individuare l’esistenza di un gruppo criminale attivo nel campo del trattamento e trasporto dei rifiuti, dedito alla gestione e smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti. Tra le proprietà sequestrate dai carabinieri del Noe c’è una società di trattamento di rifiuti di Lissone (Diamond Srl), insieme a siti individuati a Milano, Origgio (VA), Lurate Caccivio (CO), Verona San Massimo, Pregnana Milanese (MI), Romentino (NO), Castellazzo Bormida (AL) e Mossa (GO).

Il tutto ha preso il via nella mattinata del 20 ottobre, quando i militari milanesi hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare a carico di 16 persone emessa dal Gip del Tribunale di Milano, la dottoressa Alessandra Simion, su richiesta della Procura della Repubblica e D.D.A (nelle figure dei sostituti procuratori Sara Ombra e Francesco Vittorio Natale De Tommasi) nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, gestione di rifiuti non autorizzata e realizzazione di discariche abusive, queste ultime ubicate in Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Nel corso delle indagini sono stati denunciati in stato di libertà altri 7 indagati, sottoposte a sequestro 7 aziende operanti nel campo del trattamento dei rifiuti e 9 capannoni industriali unitamente a vari automezzi (anche appartenenti a società di trasporto) utilizzati nelle attività criminali, per un importo complessivo di circa 6 milioni di euro.

Via alle indagini

Come riporta MonzaToday, l'attività investigativa ha preso il via nel gennaio 2019, dopo il controllo e il sequestro operato dal NOE di Milano nella ditta meneghina di trattamento rifiuti Waste Mag Srl, che avrebbero consentito di portare alla luce un’articolata rete criminale costituita da diversi individui, alcuni dei quali collegati direttamente e/o indirettamente ad imprese operanti nel settore dei rifiuti (tra cui anche un soggetto già condannato per associazione di tipo mafioso), che, attraverso operazioni continuative e con ruoli diversi, in modo organizzato, avrebbero condiviso un articolato e rodato programma criminoso che prevedeva l’abusivo smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti speciali per un illecito profitto quantificato in circa 900 mila euro.

Oltre alla Waste Mag, le indagini si sono concentrate sulla Diamond Srl di Lissone, la Erus Ambiente di Origgio e la Tecnobeton di Lurate. Il meccanismo dell'illecito avrebbe seguito un copione ormai "consolidato" nei reati ambientali legati ai rifiuti. Le persone e le società coinvolte sarebbero anzitutto i produttori e i primi "recettori" di rifiuti, soggetti in regola con le autorizzazioni: provare il loro coinvolgimento risulterebbe perciò spesso difficile, dal momento che il loro operato è formalmente in regola. Secondo l'Arma, di solito questi soggetti sono alla ricerca di un modo "economico" e rapido per conferire grandi quantità di rifiuti.

La "catena"

Costoro si rivolgono a imprenditori titolari di una autorizzazione al trattamento (quasi sempre inefficace perché mancano le garanzie fideiussorie obbligatorie). Il "passaggio" di rifiuti dai primi ai secondi è di solito regolare dal punto di vista formale, ma poi i rifiuti finiscono in discariche e capannoni abusivi. Le società che ricevono i rifiuti e li smaltiscono in questo modo, solitamente, sono intestate a prestanome e non durano a lungo. Vi sono poi i trasportatori: titolari di autorizzazione al trasporto dei rifiuti, si prestano a farlo verso siti non autorizzati, con documentazione di trasporto falsa o irregolare. Attorno al traffico ruotano coloro che si occupano di reperire i capannoni da adibire poi a discarica abusiva, proponendoli ai produttori o agli intermediari dei rifiuti. I capannoni vengono acquisiti dalle imprese che hanno una formale autorizzazione. Ed infine il traffico è "facilitato" dagli intermediari, che mettono in contatto chi produce rifiuti con chi li smaltisce in modo illecito e con i trasportatori che si prestano al trasporto.

Il "trasbordo" da un camion all'altro

Costoro si rivolgono a imprenditori titolari di una autorizzazione al trattamento (quasi sempre inefficace perché mancano le garanzie fideiussorie obbligatorie). Il "passaggio" di rifiuti dai primi ai secondi è di solito regolare dal punto di vista formale, ma poi i rifiuti finiscono in discariche e capannoni abusivi. Le società che ricevono i rifiuti e li smaltiscono in questo modo, solitamente, sono intestate a prestanome e non durano a lungo. Vi sono poi i trasportatori: titolari di autorizzazione al trasporto dei rifiuti, si prestano a farlo verso siti non autorizzati, con documentazione di trasporto falsa o irregolare. Attorno al traffico ruotano coloro che si occupano di reperire i capannoni da adibire poi a discarica abusiva, proponendoli ai produttori o agli intermediari dei rifiuti. I capannoni vengono acquisiti dalle imprese che hanno una formale autorizzazione. Ed infine il traffico è "facilitato" dagli intermediari, che mettono in contatto chi produce rifiuti con chi li smaltisce in modo illecito e con i trasportatori che si prestano al trasporto.

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